Sei attivisti del collettivo antagonista bolognese Hobo hanno ricevuto altrettante misure cautelari per aggressioni ai danni di alcuni commercianti e piccoli imprenditori, nell’ambito della campagna ‘Padrone di Merda’. Le indagini – scrive Ansa – riguardano diversi episodi, anche a carattere violento, nel corso dei quali gli indagati hanno preso di mira esercizi commerciali, società o cooperative di servizi “per asserite somme di denaro non versate a dipendenti o presunte inadempienze contrattuali”.
Gli attacchi
Secondo la ricostruzione della Digos, gli attivisti avevano interrotto l’attività lavorativa e messo in atto aggressioni fisiche nei confronti dei titolari, oltre a reclamare con modalità estorsive somme di denaro, che sostenevano essere dovute a dipendenti o collaboratori. Tra i fatti più eclatanti del collettivo, la Polizia ricorda le contestazioni al “Nails Cafè” del luglio 2019 e al negozio “Nove Hair” a metà novembre, entrambi nel centro di Bologna.
Ragazzi e adulti
I destinatari hanno un’età compresa fra 24 e 37 anni: per 5 è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Bologna, l’ultimo ha ricevuto un divieto di avvicinamento alle parti offese. Le misure, disposte dal Gip di Bologna Sandro Pecorella su richiesta del Pm Antonio Gustapane, sono state eseguite dalle Digos di Bologna e Lucca.
I precedenti
La stessa indagine sulla campagna ‘Pdm’ aveva già portato alla denuncia di 19 aderenti al collettivo Hobo, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di tentata estorsione, lesioni personali, violenza privata, diffamazione, imbrattamento di cose altrui, disturbo delle occupazioni e utilizzo di mezzi per rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico.