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12enne vittima di un’aggressione antisemita

Il giovanissimo è stato insultato e colpito da due ragazze di 15 anni in un parco a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno

Un bambino aggredito da due ragazze poco più grandi di lui in un parco pubblico perché di origine ebraica a pochi giorni dal Giorno della Memoria, il prossimo 27 gennaio. Dopo l’aggressione, che sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica 23 gennaio, il ragazzino è andato al pronto soccorso dove gli sono state diagnosticate una serie di contusioni multiple guaribili in cinque giorni. Il padre del giovanissimo ha sporto denuncia ai carabinieri, aggravata dallo sfondo razziale. “E’ stata un’aggressione dettata da sentimenti forti radicati in due ragazze di solo 15 anni”, ha commentato il rabbino capo di Firenze Gad Fernando Piperno, “sentimenti aggressivi di cui va capita la causa, l’origine”.

L’aggressione al parco

L’episodio è accaduto domenica intorno alle 18.30 in un parco pubblico di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, dove il 12enne si trovava con altri coetanei. Le due ragazze, di 15 anni, lo avrebbero prima invitato a tacere senza motivo, poi lo avrebbero apostrofato con frasi antisemite come “devi bruciare nei forni”. Dopo la discussione lo avrebbero colpito a calci e pugni. Il ragazzino, una volta tornato a casa, ha raccontato tutto al padre. La denuncia del genitore ai carabinieri per ingiurie e lesioni, che risulta aggravata dallo sfondo razziale, è stata formalizzata stamani, e sarà inoltrata ora alla procura dei minori di Firenze.

Mosseri (Comunità ebraica Livorno): “Denunciare a voce alta”

“Io ho sentito ieri il papà e poi l’ho incontrato personalmente. E’ devastato come lo sono io e come, spero, tutte le persone di buonsenso. Il piccolo è tornato a casa e si vergognava di ciò che era successo, puliva silenziosamente il giubbotto. Poi il papà ha cercato di farlo aprire e lui ha raccontato. Queste cose bisogna denunciarle a voce alta“, riferisce ad Ansa il presidente della comunità ebraica di Livorno Vittorio Mosseri. “Il papà sono due notti che non dorme, il piccolo è tornato a scuola accompagnato dal padre. Io spero che i suoi compagni, gli insegnanti possano aiutano a superare questa umiliazione, questa offesa solo per il fatto di essere ebreo. Questo fa male”, continua. “Questa vicenda non riguarda solo gli ebrei ma tutti: risulta inspiegabile come, nel 2022, trovino ancora terreno fertile tali sentimenti di razzismo e antisemitismo. Un episodio così scioccante, pesante, inspiegabile. Cosa c’è dietro l’aggressione da parte di due 15enni? Io spero che ci siano conseguenze, spero questa cosa non si concluda con due pacche sulle spalle perché sarebbe anti-educativo. Cerchiamo di capire cosa c’è nella testa di queste ragazze”, spiega ancora Mosseri, che aggiunge: “Vista la vicinanza alla Giornata della Memoria non credo che sia un fatto casuale”.

Piperno (rabbino capo di Firenze): “Bambino ha dimostrato maturità”

“L’episodio di Campiglia Marittima è la dimostrazione lampante che la Giornata della memoria non è superflua, anzi è necessaria. Questa è stata una vera aggressione, non una semplice offesa, magari detta a bassa voce. No, è stata un’aggressione dettata da sentimenti forti radicati in due ragazze di solo 15 anni. Sentimenti aggressivi di cui va capita la causa, l’origine. Va fatto un gran lavoro educativo, nella scuola e nella società perché l’antisemitismo si mostra molto radicato, presente in Italia e ci sono frange estremiste che ne fanno una bandiera e lo diffondono. A ciò, a questa subcultura, bisogna rispondere con fermezza e mandando messaggio positivi”, dichiara ad Ansa il rabbino capo di Firenze Gad Fernando Piperno. “Questo ragazzo di 12 anni, di cui conosco bene il padre, la famiglia è fiorentina anche se da tanti anni abita a Campiglia Marittima, era andato a giocare al parco con gli amici ed è lì che è stato aggredito dalle due ragazzine di 15 anni. Lui neppure le conosceva ma loro devono aver saputo del fatto che fosse ebreo, peraltro la sua è l’unica famiglia ebraica che abita in quel comune. Mi colpisce che le ragazze avessero l’informazione e anche che non ci sia stata nessuna reazione dalle altre persone che erano lì in quel momento. L’aggressione è durata un certo tempo, non credo che ci fossero solo giovanissimi, è un parco pubblico dove ci vanno anche adulti”. “Lui – fa notare il rabbino – è stato molto bravo, ha dimostrato una maturità superiore alla sua età perché da solo ha saputo gestire molto bene una situazione imprevista e difficile”.

Ticciati (sindaco Campiglia): “Non mettere sotto il tappeto”

“Come amministrazione comunale e scuola, ci stiamo confrontando per cercare di capire quali iniziative porre in essere per questo atto gravissimo che lascia sconcertati, a maggior ragione visto che ci avviciniamo al Giorno della Memoria che commemoriamo sempre con molta partecipazione. Non si può banalizzare né mettere sotto il tappeto una vicenda simile”. Lo ha detto il sindaco di Campiglia Marittima Alberta Ticciati. “Ora cerchiamo di capire come muoverci anche insieme alla comunità ebraica di Livorno e Firenze – spiega Ticciati -, con le quali siamo in contatto per mettere in campo tutti i passi e le iniziative giuste a dare una risposta a questa vicenda. Un’incredibile vicenda che lascia sconcerto in una comunità di provincia ‘protetta’ come la nostra dove c’è sempre stata grande solidarietà e attenzione a certi temi”. Per Ticciati, “anche tutta la rete sociale di assistenza ora si deve attivare per farci comprendere meglio la genesi di un fatto del genere, che rimane gravissimo e che coinvolge e coinvolgerà su fronti opposti per qualche tempo tre nuclei famigliari della nostra comunità”.

Nardini: “Memoria vaccino contro indifferenza”

Per l’assessore regionale alla cultura della memoria Alessandra Nardini “davanti a questo ed altri episodi simili non possiamo chiudere gli occhi. Mai. Ottanta e più anni fa in Germania come in Italia le persecuzioni e le discriminazioni degli ebrei, ma anche degli omossessuali, delle persone con handicap, rom e sinti, oppositori politici e di tutti coloro che furono etichettati come ‘diversi’, si poterono realizzare anche a causa dell’indifferenza. Coltivare la Memoria è essenziale per combatterla”. “La memoria, per dirla con il linguaggio della pandemia – conclude – è il vaccino più potente che abbiamo e sono orgogliosa che in Toscana in questi venti anni si siano realizzate più edizioni del treno della memoria, intervallate dal grande meeting“.

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