Nell’Aula Paolo VI ha avuto luogo l’Udienza Giubilare nel corso della quale il Santo Padre ha incontrato dei gruppi di pellegrini e fedeli.
Le parole del Santo Padre
“La misericordia cambia, la misericordia cambia il cuore”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza giubilare in Aula Paolo II, gremita di fedeli al punto che sono stati collocati dei maxischermi nella basilica di San Pietro per permettere a tutti i pellegrini giunti a Roma di seguirla. “Il Giubileo è per le persone e per la Terra un nuovo inizio; tutto va ripensato dentro il sogno di Dio”, ha spiegato Francesco: “E sappiamo che la parola conversione indica un cambiamento di direzione. Tutto si può vedere, finalmente, da un’altra prospettiva e così anche i nostri passi vanno verso mete nuove. Così sorge la speranza, che mai delude”. “La Bibbia racconta questo in molti modi”, ha proseguito il Papa: “E anche per noi l’esperienza della fede è stata stimolata dall’incontro con persone che nella vita hanno saputo cambiare e sono, per così dire, entrate nei sogni Dio”. “Anche se nel mondo c’è tanto male, noi possiamo distinguere chi è diverso: la sua grandezza, che coincide spesso con la piccolezza, ci conquista”, ha osservato Francesco, secondo il quale “nei Vangeli, la figura di Maria Maddalena emerge per questo su tutte le altre. Gesù l’ha guarita con la misericordia e lei è cambiata”.
Lo Spirito Santo agisce nel nostro cuore
“Quando noi sentiamo che lo Spirito Santo agisce nel nostro cuore, sentiamo che il Signore ci chiama per nome. Sappiamo distinguere la voce del maestro?”. Lo ha chiesto il Papa alle migliaia di fedeli che hanno affollato oggi l’udienza giubilare, che vista la grande affluenza si è svolta in Aula Paolo VI e in basilica, grazie ai maxischermi. Al centro della catechesi, la figura di Maria Maddalena e il suo incontro con Cristo Risorto. “Il Vangelo di Giovanni racconta il suo incontro col Risorto in un modo che ci fa pensare”, ha osservato Francesco: “Più volte è ripetuto che Maria si voltò. L’evangelista sceglie bene le parole! In lacrime, Maria guarda dapprima dentro il sepolcro, quindi si volta: il Risorto non è dalla parte della morte, ma dalla parte della vita. Può essere scambiato per una delle persone che incontriamo ogni giorno. Poi, quando sente pronunciare il proprio nome, il Vangelo dice che di nuovo Maria si volta”. “È così che cresce la sua speranza: ora vede il sepolcro, ma non più come prima”, ha commentato il Papa: “Può asciugare le sue lacrime, perché ha ascoltato il proprio nome: solo il suo Maestro lo pronuncia così. Il mondo vecchio sembra ci sia ancora, ma non c’è più”.
La missione di ognuno
“Da Maria Maddalena, che la tradizione chiamò apostola degli apostoli, impariamo la speranza”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza giubilare di oggi in Aula Paolo VI e in basilica, grazie ai maxischermi, ha fatto notare che “si entra nel mondo nuovo convertendosi più di una volta”: “Il nostro cammino è un costante invito a cambiare prospettiva. Il Risorto ci porta nel suo mondo, passo dopo passo, a condizione che non pretendiamo di sapere già tutto”. “Chiediamoci: io so voltarmi a guardare le cose diversamente? Ho uno sguardo diverso? Ho il desiderio di conversione?”, le domande di Francesco, secondo il quale “un io troppo sicuro, un io troppo orgoglioso ci impedisce di riconoscere Gesù Risorto: anche oggi, infatti, il suo aspetto è quello di persone comuni che rimangono facilmente alle nostre spalle. Persino quando piangiamo e ci disperiamo, lo lasciamo alle spalle”. “Invece di guardare nel buio del passato, nel vuoto di un sepolcro, da Maria Maddalena impariamo a voltarci verso la vita”, la proposta del Papa: “Lì il nostro Maestro ci attende. Lì il nostro nome è pronunciato. Perché nella vita reale c’è un posto per noi, sempre e ovunque. C’è un posto per te, per me, per ciascuno. Nessuno può prenderlo, perché è stato pensato da sempre per noi”. “È brutto, come si dice nel parlato volgare, lasciare la sedia vuota”, ha aggiunto a braccio: “Ognuno può dire: io ho un posto, io sono una missione!”. “Pensate: qual è il mio posto? Qual è la missione che il Signore ci dà?”, l’aggiunta a braccio: “Ci aiuta a prendere un atteggiamento coraggioso nella vita”.
I saluti
Al termine dell’udienza in Aula Paolo VI, il Papa ha salutato i pellegrini presenti e quelli collegati dalla basilica vaticana. “Oggi sono tanti, dobbiamo farlo in due posti diversi”, ha spiegato Francesco a braccio. Poi il saluto ai fedeli delle diocesi di Capua e di Caserta, venuti a Roma, con il loro pastore, mons. Pietro Lagnese, “anche per ricambiare la visita che ho avuto la gioia di compiere a Caserta il 26 luglio del 2014”. “Saluto con affetto il pastore Giovanni Traettino, grande amico”, ha aggiunto Francesco ancora a braccio: “Saluto i sacerdoti, le persone consacrate, gli operatori pastorali, le famiglie e tutti voi, con un deferente pensiero per le Autorità civili. Desidero rinnovare il mio ringraziamento per la calorosa accoglienza che mi avete riservato in quella circostanza. Il ricordo di quell’evento, carico di significato ecclesiale e spirituale, ravvivi in ciascuno la volontà di approfondire la vita di fede e di essere sempre testimoni di speranza e operatori di pace”.
Fonte: Agensir