Il 6 gennaio, Epifania del Signore, è l’ultima delle feste natalizie, molto attesa e desiderata dai bambini. E’ anche il giorno della cosiddetta “Befana”. La parola “Befana” deriva dal greco “Epifania”, che significa “manifestazione” o “apparizione”. L’Epifania, infatti, è la festa che celebra la manifestazione di Gesù ai Magi e coincide con il giorno in cui si festeggia la Befana. Nel corso del tempo, il termine si è trasformato da “Epifania” a “Befania” e infine a “Befana”.
In questo giorno i più piccoli, al mattino trovano la “calza” con all’interno dolci di vario genere o carbone… E una vecchia leggenda racconta che il re romano Numa Pompilio (715 a.C-673 a.C.) avrebbe appeso una calza in una grotta durante il solstizio d’inverno, per ricevere doni dalle ninfe. Questa usanza, in seguito, sarebbe stata cristianizzata e associata alla figura della Befana.
Ma per la Chiesa, l’Epifania ricorda i doni offerti dai Magi dell’Oriente al neonato Gesù Bambino: oro, incenso e mirra, essi hanno un profondo significato simbolico che va ben oltre il semplice gesto di omaggiare il neonato re.
L’oro è il metallo più prezioso e viene tradizionalmente associato ai re. Offrendo oro a Gesù, i Magi riconoscono la sua regalità divina e la sua autorità come Re dei Re, l‘incenso è una resina aromatica utilizzata nei riti religiosi come offerta agli dei. Offrendo incenso, i Magi adorano Gesù come divinità, riconoscendo la sua natura divina e infine la mirra è una resina profumata utilizzata per imbalsamare i corpi, essi offrendo mirra, anticipano la morte di Gesù e riconoscono la sua natura umana e mortale.
Si parla in genere di “Re Magi”, ma l’idea che i tre sapienti arrivarono a Betlemme, e che appartenessero a dinastie regnanti si è sviluppata solo nel Basso Medioevo che gli storici fanno risalire all’inizio dell’anno Mille fino alla scoperta dell’America del 1492 o, per alcuni studiosi ed esperti fino alla caduta di Costantinopoli del 1453; e tutto ciò deriva forse probabilmente, dal Salmo biblico 72, dove si legge: “… I re di Tarsis e di Saba offriranno tributi, a lui tutti i re si prostreranno…”.
C’è una leggenda che lega i Magi alla Befana, quando i re si stavano dirigendo a Betlemme, sul loro cammino incontrarono una donna anziana alla quale chiesero informazioni sul percorso per raggiungere la grotta, ma la donna si rifiutò di seguirli e in seguito si pentì di questa scelta. E si racconta che ella partì con un cestino di dolci e si fermò a bussare ad ogni porta in cerca di Gesù, regalando ad ogni bambino che incontrava dei doni.
E’ proprio in questo giorno dell’Epifania che Dio si rivela in tutta la sua gloria e potenza, chiamando tutti gli uomini alla fede e l’arrivo dei Magi altro non è che un invito rivolto a tutti, proprio tutti, a metterci in cammino verso Cristo, e al tempo stesso è un richiamo per il genere umano a farci guidare dalla sua luce.
La liturgia di questo giorno, infatti, acclama: “Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra”, hanno iniziato prima i pastori, poi gli stessi Re Magi e tutti hanno scoperto in quella capanna, con quanta umiltà e semplicità si manifesta Dio a tutti gli uomini e la sua manifestazione è un atto d’amore verso la nostra umanità: è ancora e sempre un Dio ricco di misericordia… sempre.