Sul tema dell’inclusione delle persone con disabilità e dei loro familiari nella società auspico che, l’anno nuovo che ci apprestiamo a vivere, con l’entrata in vigore del decreto-legislativo 62 del 2024 in corso di sperimentazione in alcune province italiane, possa rappresentare un primo concreto passo avanti.
Ci auguriamo poi che, dal punto di vista legislativo, ci possa essere il fattivo riconoscimento della figura del caregiver familiare il quale, dal punto di vista sociale, svolge un’opera fondamentale e, di conseguenza, devono essere conferiti dei contributi figurativi nonché tutte le altre tutele necessarie e improrogabili. Ci auguriamo che, attraverso l’approvazione e la messa in campo di questi due aspetti, possa rendere meno faticosa la quotidianità delle persone con disabilità e dei loro familiari, facendo sì che, la società intera, possa essere veramente aperta a tutti, indipendentemente dalle condizioni particolari di ognuno.
Bisogna quindi entrare nell’ordine delle idee che, è necessario porre in essere il principio dell’accessibilità universale ad ogni latitudine, mettendo al centro la possibilità di autodeterminazione per ogni cittadino e, di conseguenza, in materia di individualizzazione del Progetto di Vita, come peraltro previsto dal decreto – legislativo 62 del 2024.
Quella che ho descritto pertanto rappresenta l’unica strada percorribile e concreta verso un futuro migliore e più attento alle fragilità a tutto campo, nel quale, attraverso il Progetto di Vita, ogni persona, deve poter decidere cosa fare della propria esistenza. Ad oggi, purtroppo, non è ancora così ed è necessario che, tutti i soggetti preposti, si adoperino fattivamente e senza riserve per realizzare questi obiettivi di civiltà, mettendo al centro la tutela della dignità delle persone e il diritto ad autodeterminarsi, senza se e senza ma.