Tutti nella vita abbiamo dei compiti da svolgere, ma per eseguire bene questi compiti, ogni individuo ha un ruolo ben preciso e distinto all’interno della società. Per i sociologi il ruolo è un concetto che definisce l’insieme dei modelli di comportamenti attesi, degli obblighi e delle aspettative che convergono su un individuo che ricopre o riveste una determinata posizione. C’è da dire, che spesso il ruolo è associato al concetto di status, in quanto, una determinata posizione sociale comporta sia degli obblighi che dei benefici. Il ruolo è quasi sempre l’insieme di un prodotto sociale. Infatti, nella nostra società così complessa e differenziata sono tanti i ruoli che l’individuo è chiamato a ricoprire e non sempre rispondono alle aspettative che magari ci siamo prefissati.
Il più delle volte, il ruolo influenza il modo in cui gli individui interagiscono tra di loro e di fatto costituiscono o costruiscono la stessa realtà sociale. Ma, per cercare di definire l’importanza del ruolo, si deve ricordare che esso può senza dubbio definire l’identità stessa di una persona e di conseguenza il senso di appartenenza ad un preciso gruppo. Quando si pensa al ruolo, la nostra mente si collega o fa riferimento ad un personaggio che è impegnato nella recitazione, rivestendo un particolare ruolo appunto, sia nella televisione, o in teatro o al cinema. Naturalmente il termine ruolo acquista una maggiore rilevanza in ambito sportivo, non serve andare lontano per ritrovarlo, il mondo del pallone, nel bene o nel male, insegna. E così abbiamo ruoli unici per tutti valgono, quelli della madre e del padre, ruoli che nel corso degli anni, pur con i dovuti cambiamenti epocali, restano ancora validi e insostituibili. Scopriamo all’interno di un team lavorativo o di un gruppo, quanto sia importante e basilare, stabilire dei ruoli, e così ciascuno si sente investito di responsabilità al fine di raggiungere un obiettivo stabilito.
Ma, dopo queste brevi considerazioni, che hanno provato forse a definire cosa sia un ruolo e quanto sia fondamentale nella società attuale, viene la voglia di porci più di una domanda, più di un interrogativo. Anche di Dio ha un ruolo? Oppure qual è il ruolo di Dio? Sono domande tra le più antiche e profonde che l’umanità si sia posta, nel passato, nel presente e forse si porrà anche nel futuro. Non esiste una risposta univoca e definitiva, in quanto le concezioni divine variano enormemente tra le diverse culture, e filosofie. In molte religioni, Dio è considerato la fonte ultima della moralità, fornendo principi e valori che guidano il comportamento umano, valori che includono concetti come giustizia, compassione, onestà e rispetto per la vita.
Il ruolo di Dio nella società è spesso oggetto di dibattito, con punti di vista diversi sul rapporto tra religione e stato, libertà religiosa e pluralismo culturale. A questo punto, potrebbe risultare facile o difficile provare a rispondere, dipende da punti di vista, dalla propria coscienza che dovrebbe interrogarsi su quale ruolo Dio riveste e occupi nella nostra vita e se veramente ci interessa sapere e conoscere il ruolo che attribuiamo al nostro Creatore. Ci viene alla mente quanto disse il Papa dei trentatré giorni, Giovanni Paolo I all’Angelus di domenica 10 settembre 1978: “noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. E’ papà; più ancora è madre. Non vuol farci del male; vuol farci solo del bene, a tutti. I figlioli, se per caso sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma. E anche noi se per caso siamo malati di cattiveria, fuori di strada, abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore…”. Attribuire a Dio, al nostro Creatore, il ruolo di “papà, più ancora di madre” è qualcosa di meraviglioso e vorremmo aggiungere che sicuramente è il ruolo più adatto a Dio, infatti chi più dei genitori può voler bene ai propri figli?
E noi siamo tutti figli di Dio, un Dio ricco di misericordia, sempre pronto a perdonare come un vero padre e una vera madre di famiglia. Proprio questa genitorialità di Dio, permette a ciascun individuo di trovare in Lui, una guida, una luce, e soprattutto una parola, e che parola, di speranza e di misericordia nel difficile cammino della vita di ogni giorno, di tutti i giorni. E proviamo a riconoscere e scoprire il ruolo di Dio, soprattutto nel corso di quest’Anno Santo, dove potremmo essere noi i pellegrini che trovano in Dio la speranza, la stessa speranza di aiuto che un figlio cerca nei propri genitori sin da quando nasce.