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Il ruolo del nuovo Garante per le persone con disabilità

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Foto di Possessed Photography su Unsplash

Il ruolo del nuovo Garante per le persone con disabilità rappresenta una sfida di cruciale importanza per l’Italia. In un Paese che conta milioni di cittadini con disabilità, l’istituzione di una figura autorevole e indipendente non è solo un passo avanti nel rispetto delle normative internazionali, ma un segnale forte di impegno verso una società più equa e inclusiva. Tuttavia, affinché il Garante possa svolgere efficacemente il suo mandato, è essenziale identificare le problematiche principali, le sfide da affrontare e le priorità su cui concentrare gli sforzi. Nonostante i progressi degli ultimi decenni, molte città italiane continuano a essere ostacolate da barriere architettoniche che impediscono alle persone con disabilità di accedere a luoghi pubblici e privati. Ascensori non funzionanti, marciapiedi privi di rampe e mezzi di trasporto inaccessibili sono problemi quotidiani. A queste difficoltà si aggiungono le barriere sensoriali, che limitano l’autonomia delle persone con disabilità visive o uditive.

Il Garante dovrebbe collaborare con le amministrazioni locali per garantire l’adozione di soluzioni progettuali universali. Le persone con disabilità continuano a essere tra le categorie più penalizzate nel mercato del lavoro. Molti datori di lavoro non rispettano l’obbligo di assumere personale appartenente a queste categorie, spesso a causa di pregiudizi o della mancanza di incentivi economici. Il Garante dovrebbe monitorare l’applicazione della normativa vigente e proporre nuove misure per favorire l’inclusione lavorativa, come programmi di formazione specifici e incentivi per le aziende. Nonostante la legge italiana promuova l’integrazione scolastica, molte famiglie si trovano a dover combattere contro carenze strutturali, mancanza di personale specializzato e difficoltà nell’accesso a strumenti didattici inclusivi. Il Garante potrebbe intervenire per migliorare la formazione degli insegnanti di sostegno e garantire che ogni studente abbia accesso a un percorso educativo equo. Con l’avanzare della digitalizzazione, l’accesso alle tecnologie assistive è diventato un diritto fondamentale. Tuttavia, molti siti web, applicazioni e dispositivi non sono progettati tenendo conto dei principi di accessibilità. Il Garante dovrebbe promuovere standard di progettazione inclusivi e garantire che le tecnologie siano accessibili a tutti. Una delle sfide principali è cambiare il modo in cui la disabilità viene percepita dalla società. Il Garante dovrebbe promuovere campagne di sensibilizzazione per contrastare gli stereotipi e far comprendere che la disabilità non è un limite, ma una condizione che può essere valorizzata. Molte delle normative italiane in materia di disabilità sono all’avanguardia, ma l’applicazione è spesso lacunosa. Il Garante dovrebbe svolgere un ruolo di vigilanza attiva, assicurandosi che i diritti sanciti dalle leggi vengano rispettati su tutto il territorio nazionale. L’Italia è vincolata alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e all’European Accessibility Act, che entrerà in vigore nel 2025.

Il Garante dovrà collaborare con le istituzioni europee per garantire che il Paese sia allineato agli standard internazionali. Il successo del Garante dipenderà dalla capacità di dialogare con tutti gli attori coinvolti: istituzioni, associazioni, aziende e cittadini. Sarà fondamentale creare una rete di collaborazione che favorisca lo scambio di informazioni e buone pratiche. Inoltre, il Garante dovrà disporre di risorse adeguate, sia economiche che umane, per poter affrontare le numerose sfide che lo aspettano. Il Garante per le persone con disabilità non dovrà limitarsi a risolvere problemi immediati, ma dovrà avere una visione a lungo termine, lavorando per creare una società più inclusiva e rispettosa. La strada è lunga e complessa, ma con determinazione e impegno è possibile costruire un futuro migliore per milioni di cittadini italiani.

Paolo Berro: