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Il ricordo del mio incontro con Papa Francesco

Ho avuto il piacere di incontrare personalmente Papa Francesco e di partecipare alla celebrazione eucaristica nella cappella di Santa Marta in Vaticano, martedì 18 febbraio del 2014. In quel periodo dirigevo “Aventinus” il mensile della basilica parrocchiale di S. Prisca all’Aventino, officiata dai monaci agostiniani sin dal 1934 e il parroco P. Antonio Truda (1944-2021) aveva chiesto e ottenuto il permesso di poter celebrare insieme al Papa, in occasione dell’80° anniversario dell’erezione a parrocchia della basilica di S. Prisca.

Il piccolo gruppo dei parrocchiani si era dato appuntamento intorno alle 6.30 di mattina per poter accedere, dopo i vari controlli, alla Domus Sanctae Marthae, l’edificio che fu fatto costruire da Giovanni Paolo II nel 1996 per ospitare i cardinali di passaggio a Roma e quelli che partecipavano al conclave, dal 2013 è anche la residenza di Papa Francesco.

Appena entrati ci siamo recati nella cappella dedicata allo Spirito Santo, un ambiente raccolto e intimo, progettato per favorire la riflessione e soprattutto la preghiera, e la sua architettura, con forme triangolari, luci soffuse e colori caldi, contribuisce a creare un’atmosfera accogliente.

Papa Francesco alle 7 precise è giunto all’altare per dare inizio alla Messa, con lui ha concelebrato anche il parroco di S. Prisca. Nella breve omelia, il pontefice ha preso spunto dalla liturgia del giorno, dalla Lettera di S. Giacomo Apostolo che invitava a resistere alla tentazione, ribadendo che essa non viene da Dio, ma dalle nostre passioni, ha poi infine commentato il brano evangelico di Marco, ricordando a tutti i presenti nella cappella che proprio quando siamo in tentazione, solo la Parola di Dio, può salvarci.

Al termine della Messa, e dopo aver smesso i paramenti, il Papa si è raccolto in preghiera per un momento di meditazione personale sulla stessa fila dove io stesso stavo seduto. Ho potuto scorgere sul viso del Vescovo di Roma, tutta la sua semplicità e la naturalezza mentre nel silenzio della devota cappella, stava con gli occhi fissi al Tabernacolo.

Successivamente il Santo Padre, accompagnato dai cerimonieri s’è recato in una sala attigua alla cappella e ha incominciato ad incontrare e salutare i vari gruppi presenti alla Messa, fermandosi singolarmente con ogni componente dei gruppi stessi.

Quando è stato il mio turno, dopo essermi presentato, Papa Francesco mi ha rivolto alcune parole di incoraggiamento sia per il lavoro che per la famiglia, sono state parole che hanno reso ancora più emozionante il momento, in quei pochi minuti, ci si rende conto quanto sia importante per la Chiesa la sua presenza e il suo magistero. Al termine il Papa mi ha abbracciato, come un padre fa con un figlio.

E’ stata per tutti i partecipanti del gruppo di S. Prisca, un momento di sincera comunione, uno stare insieme al Vicario di Cristo, come un gregge, che anche se piccolo, ha seguito ed ascoltato il Pastore vestito di bianco. All’uscita è venuto naturale dire quasi in coro: “Grazie Papa Francesco, ricorderemo questo giorno”.

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