In diverse aree del mondo, le tensioni e i conflitti sono diventati multidimensionali, ovvero sorgono localmente ma poi subiscono l’influenza di potenze esterne le quali, in alcuni casi, hanno portata globale, coinvolgendo quindi diversi popoli e religioni. Con l’obiettivo di spegnere i conflitti e riportare la pace, è necessario agire per promuovere ad ogni latitudine il dialogo interreligioso, quale valore fondante per la realizzazione della persona e per giungere una soluzione di solidarietà alle diverse guerre in atto, facendo sì che le diversità possano convivere in maniera armoniosa. In altre parole, quindi, occorre sviluppare processi religiosi, culturali e sociali volti alla reciproca conoscenza e alla pacifica coabitazione, al fine di contrastare ogni fondamentalismo e le possibili violenze da esso derivanti.
Un esempio molto bello di quanto ho appena detto ci è stato donato nel 2001 quando, Papa Giovanni Paolo II, nel contesto internazionale fortemente segnato dagli attentati dell’11 settembre, ha chiesto una preghiera congiunta, tra cristiani e islamici, per implorare da Dio il dono della comprensione reciproca, della concordia e della pace. In seguito, l’impegno del Santo Padre è proseguito il 14 dicembre di quell’anno, con l’indizione per i cattolici un giorno di digiuno e preghiera per la pace, in coincidenza con la fine del Ramadan musulmano. Tutto ciò poi, è culminato nella giornata di preghiera ad Assisi indetta per il 24 gennaio del 2002 e rivolta a tutte le religioni.
Ciò può e deve essere fatto anche oggi, attraverso un esempio quotidiano di fraternità, in grado di abbattere le barriere dettate dalla scarsa conoscenza del nostro prossimo nonché mettendo al centro uno spirito di pace e autentica fraternità, facendo sì che, le religioni, siano un fattore in grado di unire i popoli e non di dividerli. In altre parole, occorre dare valore alla coesione e al dialogo sociale, quali strumenti per arginare le intolleranze etniche e religiose mediante uno spirito di valorizzazione interculturale. Alla luce di questo, dobbiamo adoperarci per dare vita ad un’opera di mutuo sostegno, focalizzando lo sguardo sui valori comuni di fratellanza che, ogni religione, deve obbligatoriamente portare avanti. Così facendo, l’umanità intera, potrà finalmente dare forma ad un futuro di pace in cui, le guerre, saranno solamente un lontano e nefasto ricordo.