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Gentilezza e ascolto per essere testimoni concreti di misericordia verso il prossimo

Foto di reneebigelow da Pixabay

Nell’assistenza quotidiana delle persone con disabilità, indipendentemente dall’ambito in cui essa è realizzata, il perseguimento di uno stato di benessere globale non può in alcun modo essere disgiunto da valori morali come la gentilezza, l’empatia e l’essere prossimi i quali, nella loro interezza, contribuiscono a dare maggiore senso compiuto alla presa in carico a tutto campo. In particolare, la gentilezza presuppone una sensibilità più accentuata nei confronti del dolore e della sofferenza degli altri, che si concretizza in tutte le azioni, sia di natura verbale che gestuale, tese ad alleviare l’impatto di una condizione di fragilità nella quotidianità di coloro che, loro malgrado, ne sono colpiti.

Alla luce di ciò, la Giornata della Gentilezza che stiamo celebrando, in un mondo sempre meno attento alle fragilità emergenti, deve rappresentare un’occasione per rendere più collaborativi e tesi al bene comune sia singoli cittadini che le comunità nella loro interezza. Ognuno di noi, attraverso la pratica quotidiana dell’ascolto e della gentilezza autenticamente intesi, deve diventare un testimone concreto di misericordia verso il proprio prossimo, con particolare attenzione a chi si trova a vivere una fragilità, di qualunque tipo essa sia.

In altre parole, come ci ha esortato a fare Papa Francesco nell’enciclica “Dilexit nos”, dobbiamo “aprire il nostro cuore” verso l’altro, senza se e senza ma. Attraverso una solidarietà concreta, che deve essere promossa già dalla scuola primaria, abbiamo il dovere di donare ad ogni persona che incontriamo sul nostro cammino degli strumenti quotidiani per dare impulso a iniziative in grado di mettere al centro dell’azione collettiva i valori della generosità disinteressata e dell’attenzione verso il prossimo. Se saremo in grado di perseguire questo obiettivo di civiltà, il futuro di tutti noi, sarà roseo in quanto, attraverso la gentilezza, daremo un significato più concreto al termine inclusione il quale, in nessun modo, potrà essere disgiunto dalla salvaguardia della pace.

Alda Cattelini: