Si svolgerà come ogni anno dal 18 al 25 gennaio la “Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani”, e il tema scelto è: “Credi tu questo?”. E’ un’iniziativa ecumenica in cui diverse confessioni cristiane si uniscono in preghiera per la piena unità, seguendo il volere di Cristo stesso.
La “Settimana di Preghiera”, che avrà come luogo principale la basilica romana di S. Paolo fuori le mura, si concluderà sabato 25 con la presenza di Papa Francesco che insieme ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane, presiederà i “Vespri Solenni”, proprio nel giorno dedicato alla conversione di S. Paolo, l’apostolo delle Genti”.
L’ideatore di questa iniziativa fu il francescano americano Paul Watson (1863-1940) che, nel 1908, insieme a suor Lurana White (1870-1935), illuminati dal forte richiamo evangelico della preghiera di Gesù nell’ultima cena: «Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola» diedero vita a un movimento di preghiera da tenersi una settimana ogni anno.
Le preghiere e le riflessioni di quest’anno su cui meditare, sono state preparate dai fratelli e dalle sorelle della Comunità monastica di Bose, una comunità, formata da monaci provenienti da diverse Chiese cristiane, fondata da Enzo Bianchi nel 1965 e con sede in Piemonte, con lo scopo di promuovere un dialogo ecumenico.
Nel brano evangelico di Giovanni, da cui proviene il tema prescelto, si parla della resurrezione di Lazzaro a Betania, un piccolo villaggio a circa tre chilometri da Gerusalemme. Marta, sorella di Lazzaro, vedendolo arrivare si rivolge a Gesù dicendo: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!” Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le dirà: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù affermerà: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Marta risponderà: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Questa domanda di Gesù, è un interrogativo che la nostra società si pone, crediamo veramente e convintamente che Gesù, sia la resurrezione e la vita? Dobbiamo comprendere che non si vede per credere, ma si crede per poter vedere. Proprio quest’anno ricorre l’anniversario dei 1700 anni del primo Concilio Ecumenico che si tenne a Nicea, nel 325 d.C., e proprio questa “Settimana” è un’occasione importante, per riflettere e celebrare ancora una volta, la comune fede di tutti i cristiani, come bene fu espresso e formulato nel cosiddetto “Credo di Nicea”.
Ecco che la celebrazione ecumenica della Parola di Dio, sarà tutta incentrata sull’importanza del credere e sull’affermazione della fede, sia personale che comunitaria. Ricordiamo che “Ecumenismo”, significa unità in una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e il Figlio suo Gesù Cristo, adorato, pregato e seguito da tutti, anche se in modo differente.
La preghiera, lo studio e il dialogo tra le diverse Chiese cristiane, può quindi, aiutare a trovare una strada da percorrere insieme, ricordando le parole di Papa Giovanni XXIII (1958-1963) che diceva in proposito: “ Sono molto più le cose che ci uniscono, di quelle che ci separano…”.
In definitiva questa “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani” è l’occasione propizia per riflettere tutti insieme, e diventare così un motivo in più di catechesi sull’ecumenismo partecipando alle celebrazioni di altri culti. Già nel 1895 nella sua enciclica “ Provida Mater” scriveva il pontefice Leone XIII (1878-1903) : “… Possano queste preghiere e questi sforzi comuni, accelerare la riconciliazione dei nostri fratelli separati che ci stanno tanto a cuore…”.