Nella nostra epoca, ai giorni nostri potremmo aggiungere, essere informati è un fatto che coinvolge ogni singolo individuo. E bisogna dire che ultimamente l’informazione è maggiormente continua e presente nella nostra società, e pertanto risulta essere argomento e materia preferita dai diversi mezzi di comunicazione di massa.
Esperti e studiosi dei media, già da qualche anno stanno dibattendo e discutendo su come fare informazione, su come proporre le notizie a ciascuna persona, con lo scopo preciso di raggiungere tutti. Fare informazione non è compito facile e agevole, prova evidente ne è la confusione che qualche volta (spesso?) genera la stessa informazione.
Scriveva il sociologo ed esperto di comunicazione Marshall Mc Luhan (1911-1980) che: “L’informazione è costantemente usata per provocare attenzione, brividi ed eccitazione: il risultato è una situazione emotiva generale che provoca una montante esigenza di catarsi”; nel mondo dell’informazione è avvenuta la sostituzione del singolo punto di vista con la rappresentazione come immagine omnicomprensiva.
I giornali, sono ormai quasi messi da parte, lo dimostra il numero delle copie vendute, o addirittura sostituiti dai vari siti, dalle tante reti che navigano nel mondo del web, non hanno più il privilegio e l’esclusività delle informazioni e delle notizie in genere. Le varie emittenti radio televisive nazionali e locali, quasi ogni ora si può dire, “sfornano” notizie, ed in alcuni casi si registra una gara a chi arricchisce la notizia stessa, dedicandole più servizi, non solo a parole, ma soprattutto con immagini, talvolta anche troppo “crude”.
Tutti i giorni siamo “inondati” di notizie, infatti, si discute dalla politica alla cronaca, dalla cultura allo sport, e poi dei tanti “gossip” di tutti i tipi, che per alcune persone, conoscerli è diventato quasi indispensabile per poter vivere. Non manca in queste periodo “purtroppo” l’informazione sulle guerre che devastano, non solo il cuore e la vita stessa, di quanti sono coinvolti, ma l’intero pianeta, quante volte abbiamo sentito nelle orecchie la frase. “…è più facile distruggere che costruire…”, ma l’umanità ancora una volta sembra sorda a questo ammonimento.
Le informazioni e le relative notizie girano in maniera veloce e tutti possono, sapere, conoscere… ce lo impone la cosiddetta “rete”, per farci restare aggiornati ogni istante, su tutto quello che accade nel mondo, e come non pensare a quanto avviene e riceviamo quotidianamente dall’universo dei “social”, capaci anche di influenzare, soprattutto le nuove generazioni. Ma, capita spesso, anche per motivi di “audience”, che i media non facciano un uso corretto dell’informazione: di determinati avvenimenti o fatti essi preferiscono dare ampio spazio a particolari che possono risultare dannosi e perfino scandalistici.
C’è da rilevare poi, come qualsiasi tipo di informazione o notizia in genere, anche la più banale, diventi importante e come intorno ad essa si rischi di costruire modelli e suggerimenti di comportamento non sempre positivi.
Naturalmente non possiamo ignorare come l’avvento di Internet, come lo conosciamo oggi, ricordando che è nato nel 1991 per merito dell’informatico britannico Tim Bernes Lee, che ha inventato il famoso “www” (world wide web), abbia reso più facile informarsi e come sia aumentata la platea di quanti utilizzino questo collegamento per restare sempre connessi, basta un semplice cellulare, con tutto quello che ci circonda.
Fare informazione deve significare non solo informare, ma soprattutto formare, presentando qualsiasi notizia in maniera chiara e comprensibile a tutti e prendendo spunto da essa per un breve e non inutile momento di riflessione.