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Cirillo e Metodio: i santi fratelli di Salonicco compatroni d’Europa

“Considerando la venerazione piena di gratitudine, della quale i santi Fratelli di Salonicco (l’antica Tessalonica) godono da secoli, specialmente tra le Nazioni slave, e memore dell’inestimabile contributo da loro dato all’opera, dell’annuncio del Vangelo fra quelle genti e, al tempo stesso, alla causa della riconciliazione, dell’amichevole convivenza, dello sviluppo umano e del rispetto dell’intrinseca dignità di ogni Nazione, con la Lettera Apostolica Egregiae virtutis in data 31 dicembre 1980 proclamai i santi Cirillo e Metodio compatroni d’Europa. Ripresi in tal modo la linea tracciata dai miei Predecessori e, segnatamente, da Leone XIII, il quale oltre cento anni fa, il 30 settembre 1880, estese a tutta la Chiesa il culto dei due Santi con l’Epistola enciclica Grande munus e da Paolo VI, che, con la Lettera Apostolica Pacis nuntius del 24 ottobre 1964, proclamò san Benedetto patrono d’Europa”. Queste parole fanno parte dell’Enciclica “Slavorum Apostoli” resa pubblica da Giovanni Paolo II (1978-2005) il 2 giugno 1985, e nella quale si riconosce l’importanza di questi due fratelli nella storia della Chiesa.

Cirillo e Metodio nacquero entrambi a Tessalonica, in italiano la città è conosciuta con il nome di Salonicco, durante l’impero bizantino rispettivamente nell’827 e nell’825. Cirillo era il più giovane e il suo nome originale era Costantino, mentre Metodio era il fratello maggiore, entrambi sono conosciuti come gli “Apostoli degli Slavi”, per il loro fondamentale contributo dato alla diffusione de cristianesimo e allo sviluppo della cultura tra gli stessi popoli slavi.

Cirillo studiò a Tessalonica e Costantinopoli alla scuola di insigni maestri per perfezionare la teologia e la filosofia, intorno ai 25 o 30 anni viene consacrato sacerdote ed entra a far parte del clero che officiava la basilica di Santa Sofia ad Istanbul, si distinse inoltre per lo studio delle lingue, infatti oltre allo slavo e al greco, imparò il siriaco, l’arabo e l’ebraico. In quel periodo conobbe il bibliografo Fozio di Costantinopoli (810-893) e con lui viaggiò in Oriente e in uno di questi viaggi, si racconta che Cirillo avrebbe rinvenuto le reliquie di papa Clemente I (88-97) e anche come ci dice la “Vita Methodi”, anche un Vangelo e un Salterio, il libro dei Salmi. Metodio ricevette un’educazione eccellente: inizialmente intraprese la carriera militare, diventando governatore di una provincia bizantina. Tuttavia, ben presto decise di seguire la vocazione religiosa e a Roma fu ordinato prete tra l’860 e l’869.

Quando Fozio era diventato patriarca di Costantinopoli nell’858, tutta la Chiesa bizantina, cercò di contrastare l’espansionismo della Chiesa latina e dei Franchi presso gli Slavi, Cirillo venne dunque inviato, assieme al fratello Metodio a evangelizzare la Pannonia, un’antica regione compresa tra i fiumi Danubio e Sava, l’attuale Ungheria, la parte nord della Croazia e parte della Slovenia.

Su invito del re Rastislav (846-870) della Grande Moravia, abitato da popoli di origine slave, collocato nella parte orientale della repubblica Ceca, lungo il fiume Morava da cui prendeva il nome, nell’863 Cirillo incominciò a tradurre brani del Vangelo di Giovanni, scritti in lingua greca, inventando un nuovo alfabeto detto “glagolitico”. A questo fece seguito una versione semplificata chiamata alfabeto “Cirillico” che oggi è utilizzato in molti paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale, tra cui Russia, Ucraina, Bulgaria e Serbia.

Cirillo, tornato a Roma, si ammalò e morì il 14 febbraio dell’869, e venne inumato presso la basilica di S. Clemente al Laterano, mentre Metodio morirà il 6 aprile 885, nella Grande Moravia a Velehrad, un comune della Repubblica Ceca, dove è sepolto nella cattedrale.

In definitiva, si può affermare che i due apostoli slavi, oltre a trasmettere la fede, sono stati dei veri portatori dei valori fondamentali della civiltà europea, come la dignità, la tolleranza, la democrazia, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, attraverso un nuovo alfabeto hanno potuto far conoscere ancora di più, ad altri popoli la Parola di Dio.

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