Il 9 novembre è il giorno della dedicazione dell’arcibasilica di S. Giovanni in Laterano: “Omnium Urbis et Orbis ecclesiarum Mater et Caput”, vale a dire “Madre e Capo di tutte le chiese di Roma e del Mondo”, così si legge su un bassorilievo, prima di entrare nella basilica stessa. Tale ricordo lo troviamo nei “Discorsi” del vescovo S. Cesario (470-543) originario di Arles in Provenza: “Quando veniamo in chiesa, fratelli, riordiniamo le nostre anime così come vorremmo trovare il tempio di Dio. Vuoi trovare una basilica tutta splendente? Non macchiare la tua anima con le sozzure del peccato. Se tu vuoi che la basilica sia piena di luce, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima non vi siano tenebre. Fa in modo che in essa, come dice il Signore, risplenda la luce delle opere buone, perché sia glorificato colui che sta nei cieli. Così come tu entri in questa chiesa, così Dio vuole entrare nella tua anima”.
Le origini della festa, forse una leggenda, si possono far risalire alla commemorazione dell’immagine del Salvatore crocifissa dagli ebrei a Beirut, anche detta la “Passio imaginis”. Questo termine indica la venerazione e la devozione verso le immagini sacre, in particolare quelle di Gesù Cristo e dei Santi.
Proprio su questa immagine gli ebrei compirono degli atti vandalici, e dalla stessa immagine uscì del sangue, come descritto nel IV secolo dal vescovo e teologo greco Atanasio (293-373) e comunicato durante il secondo Concilio di Nicea del 787 dal vescovo Pietro di Nicomedia dove si si sosteneva l’importanza del culto delle immagini.
Alcuni studiosi sostengono che la scelta della data possa essere legata anche alle celebrazioni bizantine, in particolare alla domenica dell’Ortodossia, prima di Quaresima, festeggiata a Costantinopoli, dove si commemorava la fine della controversia iconoclastica, quando avvenne la restituzione del culto delle immagini cristiane voluta dall’imperatrice Teodora (815-867) l’11 marzo dell’843.
La dedicazione di una chiesa avviene attraverso un rito liturgico, attraverso il quale un edificio di culto, grande o piccolo che sia, viene consacrato e destinato in modo permanente al culto. Il momento centrale della celebrazione è l’unzione dell’altare e dei muri della chiesa con il sacro crisma, un olio profumato benedetto dal vescovo. Questo gesto simbolico trasforma l’edificio in un luogo santo. Per tutta la comunità cristiana è un momento di grande importanza: è la nascita di un nuovo luogo di preghiera e di incontro con Dio.
La basilica, il cui appellativo “in Laterano” lo si deve al fatto che il sacro tempio, sorse dov’erano le proprietà e i terreni dell’antica famiglia dei Plauzi Laterani è intitolata a San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.
A proposito è doveroso ricordare che nel 324 Papa Silvestro I (314-335) intitolò la basilica al Santissimo Salvatore, il pontefice Sergio III (904-911) aggiunse anche la dedica a S. Giovanni Battista, e infine il vicario di Cristo, Lucio II (1144-1145) incluse anche S. Giovanni Evangelista.
Fu l’imperatore Costantino (271-337) a donare al Papa Melchiade o Milziade (311-314) i terreni che appartenevano alla famiglia dei Laterani, in seguito oltre alla basilica, venne edificato anche un Battistero e un palazzo che divenne la residenza del Vescovo di Roma. Infine ricordiamo che in questa basilica dal 1123 al 1517 si svolsero ben cinque concili ecumenici.