Rancore, rabbia, violenza. Le cronache, soprattutto quelle delle ultime settimane, ci consegnano un’Italia che sembra essere preda dei più feroci istinti su tutti i fronti, anche nel modo di parlare e di porci. È quanto mai necessario, allora, avviare un lavoro culturale che sappia fare da argine a questa disperazione.
È ciò che ha sottolineato don Aldo Buonaiuto, direttore di In Terris, che durante la trasmissione di RaiTre “Agorà” andata in onda stamattina, ha presentato la campagna dell’Associazione Comunità Giovanni XXIII per l’istituzione di un Ministero per la Pace in Italia, antidoto a una cultura e a una politica di violenza.
Il sacerdote ha offerto una fotografia dell’Italia di questi giorni, vista sotto la lente dei fatti di Macerata. “Siamo di fronte a un Paese smarrito – ha detto -, che ha perso senso valoriale, vittima di un degrado culturale e sociale”. Don Buonaiuto ha stigmatizzato le strumentalizzazioni giunte da più parti ai fatti tragici avvenuti nel centro marchigiano, rilevando che “non bisognerebbe dividersi su certi temi, la criminalità va sempre combattuta”. Così come bisogna essere uniti – ha aggiunto – “nell’esprimere solidarietà verso quel carabiniere che è stato pestato a Piacenza”.
L’invito del “prete di strada” è rivolto anzitutto ai parlamentari, affinché non favoriscano “gli scontri”, ma aiutino ad “abbassare i toni” perché “loro devono essere i primi responsabili”. È in questo senso che si inserisce la proposta di creare un Ministero per la Pace. “Sarebbe un importante tassello per promuovere una cultura della nonviolenza, di cui abbiamo fortemente bisogno”, ha detto.
Del resto il ministero – come si legge sul sito – tra i suoi sei punti presenta quello di promuovere politiche di Pace “attraverso l’educazione e la ricerca, la promozione dei diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà”. Il punto di partenza deve essere quindi il disarmo, con una “graduale razionalizzazione e riduzione delle spese per armamenti”.
La Campagna chiede poi la promozione di Corpi Civili di Pace al Servizio Civile quali “strumenti di intervento nonviolento della società civile nelle situazioni di conflitto”. Ma la violenza va anche prevenuta con la “promozione di linguaggi e comportamenti liberi dall’odio”, che va attuata mediante la “qualificazione delle politiche di istruzione”.
Come sesto punto, la campagna propone di promuovere “misure concrete di ‘riparazione’ alla società del danno commesso dal reo”. Come ha detto don Buonaiuto, la campagna nasce su impulso del fondatore dell’Apg23, don Oreste Benzi, che già vent’anni fa osservava: “Da quando l'uomo esiste ha sempre organizzato la guerra. E' arrivata l'ora di organizzare la pace”.