La puntata di Storie Italiane si apre con il ricorso di Giovanni Brusca, il boss di Capaci membro di Cosa nostra che ordinò il sequestro e l’uccisione del figlio del pentito, Santo Di Matteo, e autore di moltissimi omicidi, che in seguito diventerà collaboratore di giustizia e che, secondo la Procura nazionale antimafia, si sarebbe ravveduto. Una questione che dirime, della quale don Aldo Buonaiuto, sacerdote dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e direttore del quotidiano In Terris ha condannato “la subcultura mafiosa che bisogna abbattere. Bisogna avere innanzitutto il sommo rispetto di tutte le vittime e i loro familiari – ha sottolineato don Buonaiuto – e nello stesso tempo dobbiamo sempre stare dalla parte della persona. È evidente che l’ergastolo ostativo è simile ad una pena di morte perché la persona resterà per sempre chiusa dentro quelle quattro mura”. Don Aldo porta con sé la testimonianza dell’Associazione Papa Giovanni XXIII che ospita diversi ex-detenuti attraverso dei programmi di vero riscatto: “Noi come Comunità abbiamo esperienze di persone che stanno realmente cambiando la propria vita capendo il grande male che hanno compiuto anche mettendosi al servizio di chi è più debole”.
Il caso
Sul tema complesso del dare e ricevere perdono, sia dalla parte dei familiari che da quello dei carnefici il sacerdote ha evidenziato come “il perdono è un valore immenso, che non possiamo cancellare. Se cancelliamo in questa società il valore del perdono come educheremo i nostri bambini, quali valori gli trasferiremo? Poi nel caso specifico di Brusca bisogna specificare che è evidente che il fatto non tocca solo i familiari delle vittime, ma un Paese intero che è stato colpito, depredato da questi crimini orrendi, dai danni sciagurati della mafia contro lo Stato, contro gli italiani. Se da una parte dobbiamo avere grande rispetto per chi ha subito questi crimini, bisogna che il legislatore possa forse rivalutare certi casi, anche sul tema dei benefici di legge, tenendo conto dei singoli casi delle proporzionalità dei fatti, perché non si può di certo considerare allo stesso modo un assassino ‘comune’ da uno che ha compiuto innumerevoli stragi… Affinché non ci sia ingiustizia su ingiustizia”.
Don Aldo parla di tratta delle donne su Storie Italiane a Rai Uno from Don Aldo on Vimeo.
La piaga della tratta delle donne
Il viaggio di Storie Italiane nel mondo mafioso tocca anche l’aspetto della tratta delle donne costrette a prostituirsi. Spesso sono ragazze provenienti da Paesi difficili, come diverse aree dell’Africa, che sono vittime di una vera e propria vendita: “Il 37% delle donne è minorenne“, ha detto don Aldo, sacerdote di frontiera nella lotta alla prostituzione coatta. “Si tratta di un mercato vergognoso – ha aggiunto il sacerdote – perché c’è una domanda di milioni di maschi italiani che si sentono in diritto di ‘comprare’ queste giovani donne. Questo problema non è solo sulle strade, ma anche nei locali, nei privé”, denuncia don Aldo. Dato il suo impegno nel contrasto allo sfruttamento delle donne, il sacerdote avverte su un ulteriore problema che le vittime di tratta potrebbero incontrare: “Anche quando una donna trova il coraggio di denunciare, si vede poco dopo tempo lo sfruttatore a piede libero”. Le parole di don Aldo sono perentorie: “Credo sia una grande ingiustizia del nostro mondo che permanga una società dove c’è chi si sente in diritto di comprare delle donne per sfogare i propri istinti animaleschi”.
Don Aldo presenta Donne Crocifisse, il libro con la prefazione di Papa Francesco, su Storie Italiane (Rai Uno) from Don Aldo on Vimeo.
Il libro “Donne Crocifisse”
La presenza di don Buonaiuto in studio è stata l’occasione per presentare il libro-denuncia della tratta di prostitute: Donne Crocifisse (edito da Rubbettino) è il racconto di storie drammatiche, che parla di libertà, redenzione, ma soprattutto della sofferenza di una miriade di giovani, spesso anche minorenni, costrette ad essere comparate come merce. Come ha ricordato la conduttrice Eleonora Daniele, il libro ha avuto la straordinaria prefazione di Papa Francesco. “Il Papa – ha commentato don Aldo – ha definito la prostituzione un crimine contro l’umanità. Come dice il Santo Padre, non si può essere conniventi con questo reato. Il Pontefice ricorda anche che la prostituzione è una malattia dell’anima”. E sulla questione delle prostitute costrette a mentire sul loro presunto stato di libertà per non incorrere nella furia dei loro papponi, il sacerdote ricorda che “si tratta di schiave vulnerabili che non sono bugiarde, ma costrette a salvarsi”. La domanda che il sacerdote pone a conclusione del suo intervento suscita una profonda riflessione: “Noi in comunità vediamo queste donne, che spesso vivono nella sofferenza. Chi chiederà perdono per quelle donne che la nostra società ha distrutto?”.
È possibile acquistare il libro Donne Crocifisse al seguente link: www.donnecrocifisse.it