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venerdรฌ Marzo 7 2025

Medici: il diritto e il dovere di dire no

E' di questi giorni l'ennesimo attacco all'obiezione di coscienza dei medici lanciato dall'Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto (AMICA) coadiuvata dall'Associazione Luca Coscioni e dall'Unione Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR) relativa alla richiesta, rivolta ai Ministri della Salute, dell'Universitร  e della Ricerca, di revocare l'accreditamento alla scuola in ostetricia e ginecologia del Campus Biomedico con la motivazione che tale Universitร  non assicura โ€œuna formazione completa, che preveda, anche, l'interruzione volontaria di gravidanza e contraccezioneโ€  fornendo cosรฌ agli studenti una preparazione โ€œparziale ed incompleta, oltre a non tener conto del principio di laicitร  e di appropriatezzaโ€.

Anche la politica si รจ interessata al caso attraverso la dichiarazione di una parlamentare che ha affermato: โ€œLa battaglia delle donne non รจ ancora finitaโ€. Sarebbe bello poter pensare di risolvere le problematiche relative alle donne con la revoca dell'accreditamento alla scuola di ostetricia e ginecologia del Campus Biomedico, piuttosto che combattendo il femminicidio, il mercato del sesso, la violazione piรน elementare di certi diritti fondamentali ancora presente in alcuni Paesi, fino recentemente all'offesa verbale contenuta in certe canzoni.

E' del tutto evidente che tale richiesta nasconda di fatto l'ennesimo tentativo ideologico di abolire l'obiezione di coscienza, cosรฌ come giร  si evince dalle recenti disposizioni anticipate di trattamento (DAT). La problematica non รจ certamente, come qualcuno vuol far credere, di pertinenza solamente confessionale ma investe la professione medica nel suo DNA. Il medico infatti per sua stessa definizione รจ colui che cura le malattie e quindi dona salute ed รจ questo l'elemento fondante del rapporto medico-paziente. Il tentativo da parte di alcune correnti di pensiero perรฒ รจ quello di tentare di snaturare questo rapporto, dove il medico diviene non piรน datore di salute ma donatore di morte.

Vale la pena qui ricordare che l'obiezione di coscienza nasce come rivendicazione del singolo di essere esonerato da un obbligo giuridico in quanto ritenuto in contrasto con una istanza della propria coscienza che considera, tale obbligo, lesivo di un proprio diritto fondamentale.

Il medico oggi รจ talvolta tentato ad un ripensamento sulla sua scelta e vocazione ad esercitare la professione e questo anche alla luce del crescente disagio che avverte nel suo approccio ad alcune nuove problematiche, soprattutto di ordine etico e giuridico. Gli vengono attribuiti infatti nuovi compiti e responsabilitร  che alimentano ulteriori dubbi, interrogativi ed angosce, mettendone pertanto in discussione la propria indipendenza. Al medico oggi viene chiesto di impedire la nascita di un essere umano, di abbreviarne la vita o addirittura di provocarne la morte e questo spesso con pesanti pressioni anche mediatiche dettate per lo piรน da interessi economici, politici e ideologici.

Tutto ciรฒ in contrasto col giuramento d'Ippocrate che vale la pena qui ricordare, a proposito del โ€œprincipio di laicitร โ€, era un medico contemporaneo di Socrate e che pur non avendo mai sentito parlare del Cristo pronunciรฒ quell'assunto che ancor oggi viene espresso nel post laurea.

L'obiezione di coscienza pertanto rappresenta non soltanto un diritto, ma un punto cardine della professione medica che garantisce autonomia e libertร  decisionale al medico il quale in coscienza deve operare secondo i propri convincimenti etico-scientifici a tutela del bene del paziente attraverso il rispetto della vita e della dignitร  della persona umana cosรฌ come garantito dall'art. 32 della nostra costituzione e dall'art. 22 del codice deontologico.

Per queste ragioni risulta dunque auspicabile che l'autonomia professionale medica rimanga tale e che non venga inficiata da elementi ideologici esterni alla nostra formazione ippocratica sperando in tal modo che venga impedita la messa in atto della โ€œcultura dello scartoโ€, piรน volte denunciata da Papa Francesco, riuscendo al contrario a far prevalere nei nostri giovani l'educazione  al rispetto della vita umana come valore e non quella della morte come disvalore, idea che purtroppo oggi subdolamente sempre piรน si sta facendo strada nella cultura della nostra societร .

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