Fate meno figliā. Un innocuo opuscolo sulle buone pratiche per il rispetto dell'ambiente proposto dal Comune di Cremona ha scatenato un putiferio. Tanto che dopo le polemiche seguite alla notizia apparsa sul giornale La VeritĆ di ieri, il Sindaco ĆØ prontamente intervenuto su Facebook definendo il volantino āsbagliato e stupido, grave e non condivisibileā. E poi aggiunge: āGli assessori hanno spiegato che ĆØ un contenuto estrapolato malissimo da un contesto piĆ¹ generale di uno studioā.
Quale studio?
La ricerca in questione ĆØ la World Scientistsā Warning of a Climate Emergency, pubblicata sulla rivista BioScience (disponibile a questo link). Un fatto salta subito all'occhio: lo studio ĆØ stato realizzato da 5 autori e firmato da oltre 13.422 scienziati di 156 nazioni. La ricerca inizia con un ammonimento: āGli scienziati hanno l'obbligo morale di avvisare l'umanitĆ di ogni catastrofica minaccia. Noi dichiariamo che la Terra ĆØ chiaramente e inequivocabilmente di fronte ad un'emergenza climaticaā.
Secondo gli scienziati, per rendere sostenibile il futuro dobbiamo cambiare il modo di vivere ed indicano diversi suggerimenti su inquinamento, energia, economia, natura, cibo. E danno indicazioni anche sulla pianificazione familiare. La popolazione mondiale deve non solo stabilizzarsi ma anche diminuire. In questo modo si rafforzano i diritti umani, riducono le emissioni di CO2 e migliora la biodiversitĆ .
Sembra dunque tornare lo spettro del controllo demografico che si aggira almeno dal 1968, quando il biologo Paul Ehrlich pubblicĆ² il best seller āThe Population Bombā (La bomba demografica). In esso si paventava il rischio di un'esplosione demografica incontrollata con conseguenze catastrofiche. Pertanto suggeriva ai Governi di controllare le nascite con l'aborto. Anche se le previsioni non si sono avverate (per fortuna!), il tema del controllo demografico ĆØ entrato nell'agenda di tanti summit internazionali.
Il piĆ¹ decisivo ed importante fra tutti fu la Conferenza ONU su Popolazione e Sviluppo che si tenne a Il Cairo nel 1994. La posta in gioco era il controllo delle nascite e la conseguente promozione dell'aborto definito come un diritto. Si trattĆ² di una vera e propria battaglia diplomatica con due schieramenti opposti. Da una parte gli Stati Uniti di Bill Clinton, dall'altra la Santa Sede di Giovanni Paolo II. In una memoria storica del Cardinal Martino (disponibile a questo link), che partecipĆ² alla Conferenza come rappresentante del Papa, si legge: “Lāagenda programmatica della conferenza appoggiata prevalentemente da Stati Uniti e Unione Europea, spingeva allora molto sullāurgenza ā descritta con toni apocalittici, ma scientificamente del tutto indimostrata e al fondo piuttosto ideologica ā del supposto problema della sovrappopolazione mondiale (stimata ben maggiore rispetto alla disponibilitĆ delle risorse del pianeta), rivendicando lāimposizione arbitraria di qualsiasi mezzo per il controllo delle nascite (birth control), o āpianificazione familiareā, come ci si esprimeva cercando di confondere i piĆ¹ ingenui, dalla contraccezione allāaborto. Quelli che oggi in ossequio al nuovo lessico del progetto culturale mondialista vengono codificati a tutti i livelli come i cosiddetti ādiritti riproduttiviā (reproductive health) trovarono lƬ il loro conio ufficiale a livello internazionale”.
Nelle parole dell'allora ambasciatore vaticano si comprende il contesto di allora, cosƬ simile a quello odierno. Prima era una questione economica, adesso ambientale, ma il motto ĆØ sempre lo stesso: fate meno figli!