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Troppo bisturi in sala parto. All'Italia il record Ue

Un bambino su cinque nel mondo nasce con parto cesareo e, negli ultimi 15 anni, la percentuale di gravidanze concluse con tale modalità di intervento è quasi raddoppiata, passando dal 12% al 22%, nonostante solo il 10-15 per cento dei 140 milioni di nascite che avvengono ogni anno nel mondo avrebbe realmente necessitato del bisturi, riferisce l'Osservatore Romano riportando un’approfondita indagine condotta in diversi prestigiosi atenei, tra cui il King’s College e la Yale University, su 169 paesi, da cui risulta anche che si praticano troppi cesarei in oltre il 60% dei paesi, in particolare del “primo mondo“.

Sos al sud

Soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno d'Italia, la frequenza di tagli cesarei ha assunto i tratti di un fenomeno allarmante, i cui numeri legittimano la convinzione di una pratica indiscriminata o, comunque, di una modalità di espletamento del parto inappropriata, non di rado, favorita da condizionamenti psicologici o dal contesto socioculturale. “Nel corso degli ultimi tempi le statistiche relative alla gestione dei parti nelle strutture sanitarie nazionali evidenziano una maggiore presa di coscienza- afferma al quotidiano della Santa Sede Nicola Rizzo, direttore della Clinica ostetrica al Policlinico Sant’Orsola dell’Università di Bologna– che si riflette in una lieve, ma costante, inversione di tendenza: in Emilia Romagna, ad esempio, i dati più recenti, relativi al 2017, parlano del 25% della totalità dei parti, contro il 30% del 2007″.

Trend di crescita

Si ricorre eccessivamente al bisturi in Nord America, Europa occidentale, Brasile, Egitto (55,5%), Turchia (53%), ma anche in America Latina e Caraibi (44%), dove si registra un trend di crescita del 2% ogni anno: a guidare la classifica mondiale con il 58% di parti cesareo è, evidenzia il giornale diretto da Andrea Monda, la Repubblica Dominicana. Al contrario, una maggior cautela nell’approccio a tale intervento si riscontra nei paesi scandinavi e in Gran Bretagna (26%). In almeno 15 dei paesi considerati, oltre il 40% dei bambini nasce tramite parto cesareo, mentre nei paesi più poveri si continua a morire troppo frequentemente per complicanze legate alla nascita.

Oltre la soglia

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 15% come soglia di riferimento cui attenersi e sottolinea l’importanza di non sottovalutare i rischi, a cui si espongono donne e bambini, associati alla pratica di un intervento non giustificato da ragioni cliniche fondate, soprattutto in considerazione dell’aumento in contesti maggiormente agiati, evidenzia l'Osservatore Romano. E l’aumento è tale da non corrispondere solo alle maternità in età più avanzata della popolazione femminile.

Italia maglia nera

In Europa è l’Italia a detenere la maglia nera con oltre il 25% di parti cesareo all’anno: percentuale che ha spinto l’Osservatorio nazionale per la salute della donna, in collaborazione con il Dipartimento di salute materno infantile dell’Oms, a lanciare una campagna di sensibilizzazione sull’opportunità di valutare, a fianco del personale medico e in strutture attrezzate , pro e contro delle possibili alternative.

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