Il valore del contributo italiano del volontariato al bene comune è emerso in tutta la sua importanza a Padova. La forza della gratuità e del dono rendono il volontariato, e tutto il mondo non profit, autentico motore di crescita umana, sociale ed economica”, avverte Gian Paolo Gualaccini, capo delegazione del “Terzo Settore non profit” al Cnel.
Attenzione alle necessità
“I milioni di italiani che svolgono stabilmente attività di volontariato testimoniano la possibilità di rendere la convivenza sociale più umana, più giusta e più attenta ai bisogni di tanti. L'auspicio è che le istituzioni a tutti i livelli, Governo, Parlamento, Regioni e Comuni, sappiano riconoscere il contributo del volontariato italiano al bene collettivo”, aggiunge Gualaccini. “È assolutamente urgente e improcrastinabile portare a compimento la riforma del Terzo Settore. Dopo oltre 3 anni dalla legge delega di riordino della materia, risalente a giugno 2016, è stato varato solo un quarto dei decreti attuativi previsti. Le oltre 350 mila associazioni “non profit” con i quasi 6 milioni di italiani che svolgono stabilmente attività di volontariato attendono da troppo tempo il completamento della riforma che deve definire modalità, forme e declinazioni del loro compito quotidiano. La qualità aggiunta del volontariato italiano è un'opera insostituibile che ogni giorno umanizza la realtà stando vicino a chi ha più bisogno”.
Contro l'isolamento
Il patrimonio su cui si fonda il privato sociale è la generosità delle famiglie e della aziende italiane. In un Paese che invecchia rapidamente, dove nascono sempre meno bambini e aumentano le persone che vivono sole, la rete familiare resta il più importante meccanismo di solidarietà tra le persone di diverse generazioni. La capacità di creare relazionalità all’interno delle comunità diventa quindi una priorità. E il terzo settore è uno dei soggetti che può mettere in campo soluzioni. Tra gli italiani è presente una propensione alla generosità: il 64,1% dei 18-40enni dichiara che gli piace fare qualcosa per gli altri, fare volontariato (il 67,9% delle donne e il 65,9% dei laureati). Tuttavia, affinché questa propensione diventi concreta, occorre che il terzo settore ottenga risultati in ambiti importanti per le persone. Oggi uno dei temi più significativi è quello della relazionalità e della qualità della vita nelle comunità. Il 92% degli italiani dichiara che gli piace o piacerebbe vivere in un contesto in cui le persone si conoscono, si frequentano e si aiutano (il 91,3% nel Nord-Ovest, l’89% nel Nord-Est, il 93,3% nel Centro, il 93,6% al Sud).
L'impegno del governo
“La riforma del Terzo settore ha anche lo scopo di tutelare il volontariato dalle sue cattive abitudini, o meglio dalle sue cattive e inadeguate rappresentazioni- afferma il premier Giuseppe Conte-. Non è una “riserva di buonismo”, né uno spazio per sognatori o persone inappagate o insoddisfatte della vita. È piuttosto una ampia galassia di uomini e donne concreti che vivono responsabilmente i valori della Costituzione che all’articolo 2, nell'affermare i diritti inviolabili dell'uomo, segnala al massimo grado che la dimensione della solidarietà è la trama fondamentale del legame sociale, a cui tutti siamo chiamati anche nell'economia e nella politica”. La gratuita e il dono, sottolinea il presidente del Consiglio, “non sono solo sentimenti individuali, ma valori da declinare ovunque in qualsiasi contesto politico e sociale: il volontariato è, dunque, una palestra civile in cui si cresce come persone e cittadini”.
Registro unico
Al ministero del Lavoro si impegnano perché siano rispettati i tempi, in modo da inviare alla Commissione europea la bozza di riforma e ottenerne nei tempi il via libera. L'impegno del ministero del Lavoro nella prima metà del 2020 sulla riforma del terzo settore sarà concentrato sulla finalizzazione dei provvedimenti sulla definizione della modulistica dei bilanci degli Enti del Terzo settore (Ets), sulle linee guida sulla raccolta fondi, sulla disciplina dell'attività di vigilanza sulle imprese sociali e sul funzionamento del Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), secondo la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. Sul registro unico del Terzo settore si è svolto il confronto tecnico con le Regioni e si conta di poter giungere all'adozione del Registro unico nei primi mesi del 2020. Intanto è nata dalla storia e dall'eredità culturale e valoriale di Maria Eletta Martini il Centro di Ricerca a lei intitolato realizzato a Lucca dalla fondazione per la Coesione sociale onlus e dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Il centro di ricerca è l’esito di un percorso partecipato e condiviso con le maggiori organizzazioni nazionali e con il Forum del Terzo Settore.