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Scritte contro il questore Pignataro, fermati due giovani

In un momento di inganno, dire la verità è un atto eroico” diceva lo scrittore George Orwell. Allo stesso modo, è eroica la lotta allo spaccio e traffico di sostanze stupefacenti condotta dal Questore di Macerata, Antonio Pignataro, oggetto di insulti per il suo impegno indefesso contro lo spaccio di droga in tutta la provincia. La Digos della Questura di Macerata, diretta dalla dottoressaa Maria Nicoletta Pascucci, in collaborazione con la locale Procura della Repubblica e la supervisione del Procuratore Capo, dott. Giovanni Giorgio, ha condotto indagini serrate per individuare gli autori di scritte offensive nei confronti del questore.

La vicenda

Fra le vie del centro storico, infatti, sono apparse negli ultimi giorni delle scritte tracciate con bombolette spray che da una parte invitano al consumo di droga, dall'altra insultano il questore Pignataro. Sono subito scattate le indagini e, grazie all'esame dei video ripresi da una decina di telecamere per la città, sono stati individuati due giovani facenti parte di un gruppo di ragazzi che si aggirava per le vie del centro storico di notte. I due soggetti denunciati sono stati sottoposti a perquisizione anche nelle loro case; attualmente, su di loro pesa l'accusa di diffamazione e imbrattamento, con l'aggravante che le scritte sono state tracciate su immobili di interesse storico. Fra i due soggetti denunciati, uno è verosimilmente vicino al mondo della cosidetta “cannabis light”.

L'impegno di Pignataro

Il questore di Macerata si è battuto in prima persona contro la vendita delle infiorescenza di cannabis, al punto che il suo impegno indefesso è diventato il vrituso “modello Macerata”. Nello specifico, Pignataro ha disposto la chiusura dei cosidetti “grow shop” facendo leva sul fatto che la norma che consente la commercializzazione della cannabis non ne consente di prodotto con il principio attivo al loro interno: “Tutto è cominciato da una lettera, quella di un papà e di una mamma che chiesero un incontro con me per raccontarmi la loro grande preoccupazione riguardo la facilità con cui il proprio figlio adolescente poteva procurarsi sostanza stupefacente in città, vista l’apertura di negozi di cannabis light nella città di Macerata” ricorda Pignataro in un'intervista al magazine economico-finanziario ItaliaInforma. Da quel momento, il Questore rilevò che la norma del 2016 sulla commercializzazione della cannabis non era consentita per scopi ricreativi, e pertanto non poteva essere commercializzata. Pignataro ha condotto la sua lotta anche con appostamenti e sequestri di sostanze stupefacenti per misurarne l'effettiva presenza di thc attraverso narcotest. Quando l'esame tossicologico comprovava il carattere stupefacente della sostanza, si procedeva alla denuncia degli esercizi commericali per spaccio

Una buona battaglia

Questa battaglia è valsa al questore numerose intimidazioni e critiche in forma scritta, anche sulla stampa. Pignataro fa, però, notare che accanto alle critiche più forti ha ricevuto la vicinanza di istituzioni e personalità politiche, finanche l'aperto sostegno del vescovo di Macerata in una lettera aperta al quotidiano Avvenire, collegando il suo impegno a quanto espresso precedentemente da Papa Giovanni Paolo II e da Papa Francesco, oltre che da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Un forte sostegno è venuto anche dai ragazzi ospiti della Comunità di San Patrignano, della Comunità Incontro e da altre comunità terapeutiche, che hanno spesso denunciato i pericoli che si annidano nella leggerezza relativa al consumo di sostanze ritenute “light”. 

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