Oggi è in programma in Egitto una nuova udienza per il rinnovo della detenzione di Patrick Zaki, lo studente dell’università di Bologna in carcere da febbraio scorso nel suo Paese con accuse che annoverano anche la propaganda sovversiva su Facebook.
A darne notizia la rete di attivisti della rete “Patrick Libero” che si batte per la sua liberazione, che ricorda come nell’ultima udienza, il 7 ottobre, i giudici decisero di prolungare di altri 45 giorni la custodia cautelare. “Ribadiamo la nostra richiesta di rilasciare Patrick – scrivono gli attivisti – che è detenuto arbitrariamente”.
La protesta di ottobre
“Altri 45 giorni di prigione per Patrick; e otto mesi di negazione dei suoi diritti, uno dopo l’altro dal suo arresto”, avevano denunciato gli attivisti a inizio ottobre. “Mesi in cui le violazioni contro di lui sono aumentate”, dall’essere trattenuto in aeroporto al Cairo al trasferimento in luoghi “non ufficiali” per la detenzione, dalla “tortura fisica con percosse e scosse elettriche”, fino alla negazione dei “suoi diritti legali come imputato e prigioniero, uno dopo l’altro”.
L’appello
Lo scorso 21 ottobre è stato respinto l’appello presentato contro l’ultimo prolungamento della custodia cautelare. Gli avvocati del ragazzo avevano impugnata la decisione di rinnovo della detenzione di altri 45 giorni e che tiene Patrick in un carcere del complesso carcerario di Tora, all’estrema periferia sud della capitale egiziana. Dopo una prima fase di cinque mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall’emergenza Covid, per Zaki ora si è in quella dei prolungamenti di 45 giorni. L’Egitto è la nazione africana maggiomente colpita dal coronavirus, con oltre 106mila contagi totali e 6.199 morti accertati.
Custodia cautelare
“Il ricorso è stato respinto”, aveva detto all’Ansa una sua legale, Hoda Nasrallah, sottolineando che Zaki era comparso in aula. La custodia cautelare in Egitto può durare fino a un massimo di due anni.