La voce degli ultimi

giovedì 26 Dicembre 2024
13.6 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

giovedì 26 Dicembre 2024

Vertice in Vaticano sulla Siria. Parolin: il mondo non si abitui alla “litania di orrori”

Presente anche il nunzio apostolico card Zenari che ha rinnovato l'appello a non far morire la speranza.

Oggi, in Vaticano, nell’Aula Nuova Sinodo, si sono  incontrati i membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Hanno preso parte all’incontro il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin e monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e il Nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari. Introducendo le parole del cardinale Zenari, il cardinale Parolin ha auspicato che il mondo non si abitui alla “litania di orrori che ogni giorno ci giunge da quella martoriata nazione”.

Zenari ha detto che “Il tempo sta per scadere” per la Siria, “distesa di villaggi spettrali”, cosparsa di ruderi, “molti siriani hanno perso la speranza”. Nel corso del suo intervento sul tema “Non lasciamo morire la speranza!”, il cardinale Zenari ha voluto ringraziare per la generosità di tanti Stati e istituzioni, soprattutto le Agenzie delle Nazioni Unite, che hanno dato vita a una serie di progetti umanitari, e ha raccontato le tante urgenze che interessano il Paese, anzitutto quella sanitaria, anche nel contesto della pandemia da Covid-19.

Al termine del suo intervento il cardinale Mario Zenari ha avuto modo di rispondere a diverse domande dei presenti. Tra i temi trattati: le relazioni tra le comunità religiose in Siria; la necessità di una ripresa economica a vari livelli per la ricostruzione del Paese; le conseguenze del conflitto sulla presenza dei cristiani nella regione. Ma anche l’emergenza educativa, la condizione delle donne e la necessità di ulteriori risorse finanziarie per il progetto “Ospedali aperti”, tre ospedali cattolici a Damasco e ad Aleppo a cui possono accedere gratuitamente i malati, di qualunque appartenenza etnica o religiosa.

414 mila rifugiati siriani rientrano dalla Turchia

414 mila cittadini siriani sono rientrati in patria dopo essere fuggiti in Turchia dalla guerra. Suleyman Soylu, Ministro dell’Interno di Ankara, lo ha riferito sostenendo che si tratta di ritorni “volontari” nelle aree del nord del Paese passate sotto il controllo di fatto dell’esercito turco e delle milizie locali sue alleate con le operazioni militari condotte a partire dal 2016.   Le persone che attualmente godono di una protezione umanitaria temporanea in Turchia sono quasi 4 milioni, ha aggiunto Soylu, di cui circa 3,6 milioni di siriani e quasi 370mila di altre nazionalità.

Rilasciati più di 600 membri siriani dell’Isis

Dopo anni di detenzione nelle carceri curde nel nord-est della Siria, oggi, a seguito dell”amnistia generale”, sono stati rilasciati più di 600 membri siriani di medio e basso rango dell’Isis.

In un comunicato, le autorità curdo-siriane hanno specificato che 631 membri dell’Isis e di altri gruppi armati “che non si sono macchiati di crimini di sangue” sono stati rilasciati, mentre 253 condannati hanno visto le loro pene dimezzate.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario