Il presidente Donald Trump nelle ultime sei settimane dalla fine della sua presidenza vorrebbe attaccare i principali siti nucleari iraniani. Lo ha riferito al New York Times una fonte anonima, un funzionario dell’attuale amministrazione.
Secondo la fonte, Trump qualche giorno fa avrebbe riunito nell’ufficio Ovale della Casa Bianca i vertici politici e militari della sua amministrazione. Erano presenti, specifica il Nyt, il vicepresidente Mike Pence, il segretario di Stato Mike Pompeo, il nuovo segretario alla Difesa ad interim Christopher Miller e il generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff. Tutti lo avrebbero sconsigliato dell’attacco al fine di evitare il rischio di un conflitto più ampio.
Il presunto piano per assassinare l’ambasciatrice
L’escalation tra Usa e Iran era ripresa tre giorni fa, dopo informazioni di stampa su un presunto piano di Teheran per assassinare un diplomatico statunitense, informazioni che Teheran aveva subito bollato come “infondate”.
Nello specifico, secondo il sito d’informazione “Politico”, che cita due funzionari statunitensi in condizione di anonimato, i servizi di intelligence Usa ritengono che il governo iraniano stesse prendendo in considerazione il tentativo di assassinare l’ambasciatrice statunitense in Sudafrica, Lana Marks, vicina al presidente Donald Trump.
La minaccia, rilevata a partire dalla primavera, è diventata più precisa nelle ultime settimane, secondo fonti di Politico, in quanto Teheran vorrebbe vendicare la morte del suo potente generale Qassem Soleimani, ucciso a gennaio da un attacco americano su ordine di Trump.
Teheran ha subito smentito, ma questo non è bastato a placare l’ira di Trump. Ieri, il presidente americano ha promesso una risposta degli Stati Uniti “di grandezza mille volte maggiore” a qualsiasi attacco dell’Iran. “Qualsiasi attacco dell’Iran, in qualsiasi forma, contro gli Stati Uniti sarà seguito da un attacco all’Iran di dimensioni mille volte più forte!”, ha twittato. Poi, nelle scorse ore, l’ipotesi del bombardamento, bloccato in extremis.