Le indagini
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri di Milano, è stata emessa dal gip del tribunale meneghino su richiesta della locale procura della Repubblica. L’attività investigativa, sviluppata lungo un consistente lasso temporale, ha consentito di documentare l’assidua condotta posta in essere dall’indagato. I dettagli dell’operazione verranno forniti nel corso di una conferenza stampa nel Comando provinciale carabinieri di Milano alle ore 12.00.
Sui social esaltava le azioni violente del Daesh
L’uomo per realizzare il proprio disegno criminoso, si è avvalso della rete internet, spiegano gli investigatori impegnati nell’operazione “Al Bidaya”. In fondo Internet è lo strumento più efficace per colpire le fasce di popolazione mondiale maggiormente influenzabili, utilizzando i social media (tra gli altri, Facebook e la piattaforma ‘Sound Cloud’) per condividere immagini e documenti audio/video di esaltazione delle azioni violente del Daesh. I fatti contestati, commessi in Milano dal novembre 2015 e tutt’ora in atto, sono aggravati dalle finalità di terrorismo internazionale e dall’utilizzo dello strumento informatico e telematico.
Perché l’uomo è potenzialmente pericoloso
La pericolosità dell’indagato è stata avvalorata dal circuito relazionale – sia nazionale, sia internazionale – particolarmente qualificato, composto da una rete di persone dedite alla sistematica propaganda a favore dello Stato Islamico e dell’esaltazione del Jihad mediante la condivisione di post e commenti sui social.