Il terremoto in Umbria dopo quattro anni: a che punto è la ricostruzione?

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Oggi a quattro anni dal terremoto che ha distrutto la Basilica di San Benedetto e interi paesi dell’Italia centrale a ridosso dell’Appennino umbro-marchigiano, la ricostruzione stenta ancora a entrare nel vivo. Quarantotto mesi dopo quel 30 ottobre 2016 il tema resta quello dalla lentezza. Si procede ancora a singhiozzo alla ricostruzione nell’intero cratere sismico, che in Umbria affonda le sue radici tra Norcia, Cascia e Preci.

©BasketOne

Il ricordo

Erano le 7.41 della domenica 30 ottobre 2016. Due forti scosse di terremoto colpiscono il Centro Italia, in particolare il confine tra Umbria e Marche, ma non provocano vittime. In totale, attesta la Protezione Civile nella documentazione inviata all’Unione europea, i danni causati dall’intera sequenza sismica vengono quantificati in quasi 24 miliardi di euro. La scossa del 30 ottobre – di magnitudo 6.5 – è la più forte in Italia degli ultimi trent’anni, spiega l’Ingv nel suo rapporto di sintesi sul sisma: il numero delle persone fuori casa – così come i danni – cresce esponenzialmente, ma non si registrano vittime. Dall’inizio dello sciame sismico si contarono oltre 92mila scosse, di cui 9 di magnitudo pari o superiore a 5. Lo stato di emergenza fu dichiarato dal governo il 25 agosto 2016 e rinviato al 31 dicembre 2019. La gestione straordinaria finalizzata alla ricostruzione fu prorogata al 31 dicembre 2020.

Ricostruzione lenta

“Dopo 4 anni stare ancora qui dentro, c’è una burocrazia che fa ridere proprio e ti fa rabbia, però la speranza è sempre l’ultima a morire, si dice”. “La ricostruzione privata sta finalmente muovendo i primi passi. Finalmente possiamo, come dire, dare un grande segnale di speranza.” E, se la ricostruzione non sembra soltanto più una chimera, per ristoratori e commercianti di Norcia le difficoltà aumentano. L’ultimo DPCM firmato dal Presidente Conte e la chiusura alle 18 calano come una mannaia sulla già fragile economia della città. “Il combinato disposto dell’emergenza sisma e dell’emergenza Coronavirus è, evidentemente, terribile in una zona come questa e ricominciare ancora una volta con le chiusure, ricominciare ancora una volta con il lockdown è veramente terribile!” E, come non bastasse, sempre per il contenimento della pandemia la Regione Umbria ha disposto la chiusura domenicale dei negozi, norcinerie comprese, in una città che di questo vive, di turismo e commercio. “Tragedie su tragedie! Questa è l’ennesima sassata che noi riceviamo in pieno volto, purtroppo. Adesso, che stavamo ricominciando a fare il primo passo verso la normalità, purtroppo ci si è rifermato tutto quanto! Adesso noi abbiamo perso anche la speranza”

Rossella Avella: