Si conclude stanotte – 8 luglio – il sesto giorno di fuga dell’ex ergastolano Graziano Mesina. L’uomo é scappato alle forze dell’ordine dalla casa della sorella in cui ha abitato per un anno a Orgosolo (Nuoro). Giovedì scorso una sentenza della Cassazione ha reso definitiva la sua condanna a 30 anni di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Ma non ha atteso la notifica dei carabinieri e ha fatto perdere le sue tracce la sera stessa della sentenza. E’ ricercato nelle sue zone, anche nella stessa Orgosolo. Gli inquirenti temono che qualcuno gli stia dando riparo. Carabinieri e polizia hanno avviato una rete di controlli sempre più asfissiante attorno al paese. L’altra ipotesi è l’espatrio-lampo verso la Corsica già da giovedì scorso, prima che scattasse l’allarme. Un possibile approdo potrebbe essere il Nord Africa, ma al momento nessuna di queste ipotesi trova conferma.
Il bandito Mesina
Graziano Mesina, noto anche con lo pseudonimo di Gratzianeddu è nato a Orgosolo il 4 aprile 1942. E’ il più famoso esponente del banditismo sardo del dopoguerra. Ha una fedina penale pesante, con circa 85 reati contestati in 60 anni, inclusi l’omicidio e il sequestro di persona. Uccise il 13 novembre 1962 in un bar Andrea Muscau che riteneva responsabile della morte del fratello. Partecipò al sequestro dell’industriale calzaturiero Mario Botticelli ad Ascoli Piceno il 26 gennaio del 1977. L’ex ergastolano venne graziato nel 2004 dal presidente della Repubblica e poi arrestato nel 2013 per traffico di droga. Una vita fuori legge iniziata a 14 anni, nel 1956, e non ancora conclusasi. Le sue avvocate continuano a mantenere il silenzio. “L’Arma si sta impegnando tantissimo, con tutte le sue componenti territoriali e speciali per arrivare al più presto alla cattura del latitante”, ha dichiarato ieri all’Agi il comandante del Ros, generale di divisione Pasquale Angelosanto.