Tra le mete preferite per le vacanze estive ci sono i sentieri, lunghi percorsi inseriti nei più bei contesti naturali della penisola. Tra questi in Sardegna c’è il Cammino minerario di Santa Barbara, patrona dei minatori, nel Sulcis Iglesiente Guspinese, che ritorna a essere meta dei pellegrini escursionisti.
Sentieri che riempiono gli occhi
Qui si possono ammirare paesaggi ricchi di colore e luci, dune, falesie a picco sul mare, con l’infinita contemplazione davanti al Pan di Zucchero o le foreste del Marganai con i suoi orizzonti sconfinati. Poi ci sono pozzi, gallerie, villaggi fantasma, binari, carrelli, laverie, segni dell’attività estrattiva dismessa, in una zona mineraria che, come riportato nell’approfondimento di Ansa, conserva tracce millenarie con grandi insediamenti nuragici. A testimoniare come quel minerale abbia generato ricchezza da sempre.
Il post lockdown
Per favorire la ripresa dopo il lockdown è partita una campagna su media e social che annuncia da giugno a settembre il pernottamento e prima colazione a tariffa agevolata in strutture lungo il tragitto convenzionate con la Fondazione. La formula è quella del donativo, a offerta libera. Si potrà pernottare consegnando un voucher fornito assieme alla credenziale timbrata dalla stessa Fondazione prima della partenza. “Alle strutture ricettive viene assicurata la copertura fino a 15 euro a notte, la Fondazione copre i costi nel caso l’offerta sia inferiore – spiega all’ANSA il presidente Giampiero Pinna – tutto si svolgerà nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid“.
La proposta per i pellegrinaggi
Ma per i pellegrini ci sono anche le ‘posadas’ allestite dalla Fondazione attraverso il recupero di vecchie case di minatori e dirigenti, una su tutte, “Monti Mannu”, immersa nel bosco dell’omonima foresta. Il sodalizio che gestisce il percorso guarda a un turismo di prossimità ma punta a catturare l’interesse di italiani e stranieri per far conoscere l’unico cammino dell’Isola inserito nell’Atlante nazionale dei Cammini. E che in un sondaggio sui social ha avuto la meglio su altri 45 in Italia. “Speriamo di poter riconfermare l’offerta per tutto l’ anno e per il 2021”, è l’auspico di Pinna. Intanto è pronta la seconda edizione della Guida. “I sindaci dei Comuni coinvolti credono nel Cammino, straordinario strumento di rilancio del territorio in chiave di turismo lento e sostenibile – sottolinea il presidente della Fondazione – da noi sono entrati come soci fondatori insieme all’associazione Pozzo Sella e adesso stanno lanciando un appello ai privati per l’adesione alla nostra campagna”. Intanto sono già arrivati i primi pellegrini a godere di questo percorso di fede e viaggio nella memoria, e non solo dell’epopea mineraria, lungo 500 chilometri con 30 tappe che aiutano a ripercorrere 8mila anni di storia. “Abbiamo vissuto a lungo nel sottosuolo. Solo ora – confessa Pinna – ci accorgiamo del patrimonio che avevamo sotto i nostri occhi in superficie”.
La bellezza del posto
Lungo il tragitto si incontrano le imponenti dune di Scivu-Piscinas, opere di ingegneria mineraria come Porto Flavia, affacciato sulle acque blu di Nebida. “Sono ancora tante le unicità: il Pozzo Sella, progettato da Quintino Sella, oggi il più grande museo delle officine della miniera in Italia, la cattedrale sotterranea nella Grotta di Santa Barbara, la ricchezza del patrimonio geologico – racconta Pinna -. E in località Canal Grande, tra Masua e Cala Domestica, si possono poi ammirare nelle rocce più antiche d’Italia i reperti fossili delle prime forme di vita apparse sul nostro pianeta”. Ancora: “Il cammino attraversa per quasi un chilometro la grotta di San Giovanni a Domusnovas, dove passavano i carri per il trasporto dei minerali”. Un’ampia scelta di itinerari, chiunque può trovare quello più adatto alle proprie forze e gambe, alla propria sensibilità e gusto.