La voce degli ultimi

giovedì 26 Dicembre 2024
8.6 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

giovedì 26 Dicembre 2024

Scuola: 75% delle lezioni in Dad. L’ira dei presidi: “Così si lede l’autonomia scolastica”

Parte la corsa per l'organizzazione di nuovi orari e regole. Azzolina: "L'Iss conferma che dentro le scuole il rischio di trasmissione del virus continua ad essere molto molto basso"

“Almeno” è l’avverbio che ha cambiato la quota di ricorso alla Didattica a distanza nel mondo della scuola, nel nuovo Dpcm. Se nella bozza che circolava ieri infatti si leggeva Dad “fino” al 75%, nel testo definitivo compare invece “almeno al 75%” alle superiori. Si lascia intendere quindi che la quota potrà essere superiore. Un compromesso che consente ai governatori, che ieri chiedevano a gran voce al governo di arrivare fino al 100%, di poter ampliare il ricorso alla Dad. Alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si chiede di resistere, salvaguardando gli studenti più grandi dal rimanere sempre a casa. Così si ottiene che almeno i più piccoli possano continuare ad andare in classe.

L’ira dei presidi

Furibondi sono invece i dirigenti d’istituto che, per bocca di Antonello Giannelli, presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi), attaccano: “Così si lede l’autonomia della scuola”. Gli istituti superiori avranno un giorno di tempo, ovvero lunedì, per adeguare la nuova percentuale di didattica a distanza. E non è escluso che i singoli presidi possano fare una scelta di campo ben chiara. Dedicare l’intero 25% della didattica in presenza alle classi prime e quinte. Dunque a chi si è appena affacciato nelle superiori e deve essere seguito con più attenzione e chi deve sostenere la maturità.

Dove è confermata la didattica in presenza

Resta intanto invariata la didattica al primo ciclo, dalle materne alle medie, che sarà totalmente in presenza. Vengono modulati ulteriormente gli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9, come avviene oggi. A tenere banco sono ovviamente le scuole superiori: gli studenti, restando a casa, “alleggeriranno il trasporto pubblico”, ha detto il premier illustrando il Dpcm. Ma Giannelli rivendica il ruolo e il decisionismo dei presidi, oltre alle diverse situazioni a seconda dei territori: “Non si può imporre alle scuole qualcosa che sono i dirigenti di istituto a dover decidere. L’autonomia scolastica è in pieno vigore ed è tutelata dalla Costituzione, e serve a far sì che ogni scuola offra un’offerta formativa calibrata sulle diverse esigenze del territorio. Imporre vincoli nazionali e regionali contravviene al principio legale – aggiunge – perché quello che si decide in una grande città non va bene per i piccoli centri, le periferie o i centri rurali. Pensiamo poi ai ragazzi che frequentano istituti tecnici: il 50% di loro frequenta laboratori e se si dovesse avverare una didattica superiore al 75% il contenuto del loro diploma si svilirà”, aggiunge Giannelli che ribadisce per l’ennesima volta: “La scuola, anche secondo l’Iss, non è un veicolo di diffusione del contagio. I trasporti non ce la fanno? Compriamo più bus. Le Asl non ce la fanno a fare tracciamenti? Rinforziamole. Le scuole aperte, ricordo, sono garanzia di monitoraggio”.

Il rischio di contagio nelle scuole secondo l’Iss

La stessa ministra ieri era tornata a difendere la scuola e il rischio contagi al suo interno: “Il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità dice che la trasmissione del virus dentro le scuole è ancora limitata. I focolai a scuola nella settimana dal 12 al 18 ottobre sono solo il 3,5% di tutti i nuovi focolai che si registrano nel Paese. Ma il dato più sorprendente è un altro: la settimana precedente (5-11 ottobre) erano il 3,8%. Quindi il numero di focolai dentro le scuole è addirittura sceso, in proporzione al totale”. E aveva ricordato: “L’Iss conferma che dentro le scuole il rischio di trasmissione del virus continua ad essere molto molto basso. É tuttavia chiaro che le attività extra e peri scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di misure di prevenzione previste”.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario