La camera ardente per rendere l’estremo omaggio a Diego Armando Maradona, morto ieri pomeriggio per un arresto cardiorespiratorio, sarà aperta nella Casa Rosada, il palazzo della presidenza argentina. Lo scrive l’agenzia di stampa statale Telam. L’ipotesi, circolata nelle scorse ore, è stata confermata ai media da un portavoce della Casa Militare di Buenos Aires. Non sono ancora noti i particolari dell’evento, ma si è appreso che sarà aperta a partire da questo pomeriggio fino a sabato. La salma sarà esposta nella sala dove l’ultima volta, dieci anni fa, fu allestita la camera ardente dell’ex presidente argentino Nestor Kirchner.
Il Papa ricorda i loro incontri e prega per lui
“Il Papa, informato della morte di Maradona, ripensa con affetto alle occasioni di incontro di questi anni e lo ricorda nella preghiera, come ha fatto nei giorni scorsi da quando ha appreso delle sue condizioni di salute”. É quanto dice all’ANSA Matteo Bruni, il direttore della Sala stampa vaticana. Papa Francesco ha conosciuto Maradona e lo ha incontrato più volte. Solo qualche giorno fa, raccontando di sé nel libro “Ritorniamo a sognare”, Bergoglio ha parlato del suo soggiorno in Germania e dell’aver vissuto nella solitudine il trionfo dell’Argentina ai mondiali nel 1986.
Una vittoria nel segno di Diego Armando Maradona
Quella maglia numero 10, “El pibe de oro” la porta in Vaticano anni dopo, il primo settembre 2014. In Aula Paolo VI, Francesco ringrazia i campioni del calcio che avevano aderito alla partita interreligiosa per la pace che si sarebbe disputata in serata allo Stadio Olimpico di Roma. Una sfida tutta nel segno della solidarietà, organizzata da “Scholas occurrentes”, promossa dal Papa, e dall’associazione di Xavier Zanetti, altro importante campione argentino, “Fondazione P.u.p.i Onlus”. Risale ad allora l’abbraccio commosso di Maradona al Papa, la consegna della maglia con su scritto “Francisco” e la dedica: “A Papa Francesco con tutto il mio affetto e molta pace per tutto il mondo”. Ai microfoni di molti giornalisti, Diego Armando dice che tra loro due “il vero fuoriclasse” è il Pontefice. E confessa di essersi allontanato dalla Chiesa ma di aver sentito profonda vicinanza con Francesco per la sua attenzione verso i poveri. “Cosa mi ha detto il Papa? Che mi stava aspettando”.
Il messaggio di pace per il mondo
Ai microfoni di Radio Vaticana, Diego Armando Maradona lancia poi un messaggio di pace: “Credo che tutti noi abbiamo un qualcosa nel nostro cuore quando vediamo guerra, quando vediamo morti… Dovremmo mettere da parte moltissime cose e cercare la pace. Credo che questa partita rompa un po’ l’idea che noi giocatori non facciamo niente per la pace: è tutto il contrario! Quello che noi auspichiamo è che la gente prenda coscienza che il meglio per tutti è la pace!“. E ancora, alla domanda se lo sport possa contribuire alla pace: “É essenziale! É essenziale! Credo che un pallone valga più di 100 fucili. Questo per me è molto chiaro! Lo sport è quello che ti fa pensare a non arrecare danno ad altri”.
La generosità del campione
L’impegno di Maradona con “Scholas Occurentes” non si esaurisce con la partita dell’Olimpico nel 2014. E di ritorno in Italia, il campione partecipa ad una conferenza stampa nella sede della Radio Vaticana, dove vengono illustrati progetti ed iniziative sempre nel segno dell’educazione e della solidarietà. È questa la cornice di un nuovo incontro, il 23 aprile 2015, tra il Papa e Maradona che per Francesco ha parole belle, piene di ammirazione e stima: “Vorrei davvero ringraziare Francesco per tutto l’affetto che mi dà. Oggi credo che tutti noi riconosciamo che è un fenomeno, che farà qualcosa per i ragazzi e che abbiamo un Papa fantastico. Abbiamo parlato di molte cose, dell’impegno affinché i giocatori si uniscano e facciano qualcosa per i bambini che non mangiano in molte parti del mondo. E siamo stati d’accordo totalmente, ma ci vorrà molto tempo. Oggi posso dire di essere sostenitore di Francesco. Il primo sostenitore di Francesco sono io“.