Risale la curva dei contagi in Italia: 21.994. Oggi 174.398 tamponi effettuati

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In Italia, oggi,  il numero dei contagi registrati è pari a 21.994. Gli attualmente positivi sono 255.090.  Il numero delle vittime è in totale 37.700 (221 in più rispetto a ieri). I casi totali sono 564.778. Il totale dei dimessi guariti è 271.988.  I ricoverati in terapia intensiva sono 1.411. Le persone in isolamento domiciliare sono 239.724. I pazienti ricoverati con sintomi ammontano a 13.955. Il totale dei casi testati è pari a 9.075.818. I tamponi effettuati oggi sono 174.398, per un totale di 14.953.086.

La situazione regionale

La regione in testa alla classifica per maggior numero di positivi registrati è la Lombardia con 5.035 casi. Seguono la Campania 2.761, il Piemonte 2.458, il Lazio 1.993, la Toscana 1.823,  il Veneto con 1.526, l’Emilia-Romagna 1.413  La Valle d’Aosta registra 57 casi da covid-19

Le parole di Sala su un nuovo lockdown

Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, è stato intervistato da Milena Gabanelli e sulla necessità di un vero lockdown per città come Milano espressa da Walter Ricciardi, ha detto: “Nella peggiore delle ipotesi, prima di decidere in questo senso abbiamo ancora 10, 15 giorni di tempo. Mi sono confrontato proprio adesso con un virologo di cui mi fido molto. Al momento abbiamo 80 pazienti intubati a Milano e 201 in Lombardia. Ad aprile erano oltre 1500. Ma il punto è la media intensità di cura che intasa gli ospedali. Il problema è la massa dei ricoveri. Ma non è qualcosa di irrisolvibile e soprattutto qualcosa che ci debba portare a un nuovo lockdown”.

La situazione nei Pronto Soccorso

Guido Bertolini, Responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi,  vista la situazione attuale ha detto:  “l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale”.

Le parole del Professor Galli

Il Professor Massimo Galli, Primario di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano, non esclude misure altamente restrittive per Milano: “Mi auguro che le misure già adottate, se correttamente messe in atto e seguite, possano essere sufficienti all’obiettivo che è quello di invertire la rotta entro 15 giorni. Chiudere oltre vuol dire, in determinate aree, del Paese un lockdown totale e non so quanto ce lo possiamo permettere”.

Ha, poi, aggiunto: “Purtroppo molto è stato disperso di quello che avevamo faticosamente ottenuto con il lockdown. I fenomeni che sono in marcia non ce li togliamo di dosso. Per i prossimi giorni ci dobbiamo quindi attendere una quantità di nuovi casi”.

Sull’ipotesi di una chiusura totale il professore si è così espresso: “Se i provvedimenti presi ora non fermano la tendenza in atto, la faccenda diventa molto seria e a quel punto non abbiamo alternative» al lockdown in alcune zone d’Italia. Tutto dipende dagli andamenti dei prossimi giorni e dall’estensione che prenderà l’ulteriore incremento dei casi. In questo momento  possiamo fare delle ipotesi che vanno da un minimo a un massimo».

Inoltre, se nei prossimi giorni “arriviamo al massimo, nella parte più alta della ”forchetta” o anche oltre, allora quello che è stato fatto non basta e almeno in determinate aree del Paese – tra cui purtroppo Milano – sarà necessario fare ancora di più”- così ha concluso l’infettivologo.

Giulia Ficarola: