Rino Gaetano: ecco il murales per ricordare il cantautore calabrese (VIDEO)

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Anticonformista. Outsider. Immigrato. Meridionale. Rino Gaetano è un artista underground che ha avuto successo per uno strano scherzo del destino. Cantarlo a squarciagola, ad una festa con gli amici o al falò di Ferragosto in riva al mare, ha un senso liberatorio. Oggi, come allora, qualcuno gli avrebbe dato del demagogo, del qualunquista, perfino del furbo, ma Gaetano dà voce ad una società definita dal disinteresse e dalla solitudine in cui i rapporti umani sono sempre più falsati e l’incontro è cosa rara.

Il murales

“Razzismo, povertà, falsi miti, influencer, trapper, politici, banchieri, arroganza del potere: nun te reggae più”. É quanto si legge nel murales dedicato proprio a lui, nel 39esimo anniversario della sua morte avvenuta il 2 giugno del 1981. L’opera, che si trova a via Maiella, nel quartiere romano di Montesacro, è figlia dello street artist Harry Greb, che nei giorni scorsi ha dedicato alcune sue opere anche allo Spallanzani per l’emergenza Covid e alla morte di George Floyd.

Il ‘perché’ dell’opera

“Sono passati 39 anni dalla scomparsa di Rino Gaetano – spiega l’artista in una nota – è un modo per ricordarlo anche dopo tanti anni. Uno dei più originali cantautori italiani che con la sua sagacia e ironia oggi è più che mai d’attualità. È ritratto nella sua amata Montesacro dove per anni è stato omaggiato con un concerto in piazza Sempione dove si trova il murales. Nel testo si nota la strofa di una sua famosa canzone riadattata ai giorni nostri“.

Vita e musica

Rino viene alla luce in pieno 1950 a Crotone, dove rimane per tutta l’infanzia; il giovane Rino nasce povero e viene costretto al trasferimento nella città di Roma, insieme ai genitori, in cerca di lavoro. Aspirante geometra, non molto portato per i banchi di scuola, coltiva i primi interessi per il mondo del teatro e inizia i suoi primi approcci musicali imparando a suonare la chitarra. Il suo modo ironico e singolare di proporre i suoi pezzi, poco “in linea” con la tendenza seriosa e di stile ideologico di quel periodo, viene però notato da alcuni discografici romani suscitando la loro curiosità. Gaetano è troppo fuori dagli schemi per essere capito dal conformistico universo della discografia italiana.

I successi

Il pezzo che gli fece compiere il gran salto in cima alle classifiche nel 1975 fu “Ma il cielo è sempre più blu”. Nel 1976 arriva “Mio fratello è figlio unico”, nel 1977 “Aida” e “Nuntereggaepiù” (1978) fino ad ottenere un vero e proprio successo con la canzone “Gianna” al Festival di Sanremo del 1978 (terzo posto, dopo “Un emozione da poco” di Anna Oxa e da “E dirsi ciao” dei Matia Bazar), dove si esibisce davanti alla grande platea mostrando tutta la sua ironia scanzonata degna di un vero artista di varietà.

Dalla videoteca Rai, Rino Gaetano a Sanremo, Febbraio 1978

La crisi artistica e la morte

Dopo questa orgia di successi per il sensibile Rino la crisi artistica è dietro l’angolo e dopo il non del tutto riuscito “E io ci sto” (1980), cerca altre vie espressive. Nulla, però, lasciava presagire che tre anni più tardi, il 2 giugno 1981, avrebbe perso la vita in seguito ad un incidente stradale alle prime luci dell’alba sulla romana via Nomentana, a soli 31 anni. Il suo fascino è rimasto immutato nel tempo, la sua musica è stata spesso fraintesa e strumentalizzata, ma mai dimenticata.

Rossella Avella: