Sono saliti ad undici, rispetto ai nove iniziali, gli arresti per l’omicidio del professore di storia Samuel Paty, decapitato da un islamista ceceno lo scorso venerdì all’uscita di una scuola nella banlieue (periferia) di Parigi. Il terrorista è stato poi ucciso dalla polizia.
Gli autori dei messaggi inneggianti al killer del professore – reo di aver mostrato in classe le caricature di Maometto pubblicate sulla rivista satirica Charlie Hebdo – subiranno da stamani verifiche da parte della polizia: si tratta di almeno 80 persone che avrebbero inneggiato al folle gesto dell’attentatore.
Ieri, intanto, decine di migliaia di francesi sono scesi in piazza per la manifestazione indetta da Charlie Hebdo.
Presidente Macron
“Gli islamisti non dormiranno sonni tranquilli in Francia: la paura passerà sul fronte opposto”, ha commentato il presidente francese, Emanuel Macron, durante un vertice all’Eliseo con i principali ministri e il procuratore antiterrorismo Jean-François Ricard. Macron ha chiesto al ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, un “rafforzamento della sicurezza degli istituti scolastici dal rientro dopo le vacanze” di Ognissanti.
Operazione anti terrorismo
E’ in corso da questa mattina una vasta operazioni con decine di controlli della polizia in 51 associazioni islamiche. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin.
“Non un minuto di tregua per i nemici della Repubblica“, ha detto il ministro, aggiungendo che le operazioni sono in corso contro “decine di individui”. Ai microfoni di radio Europe 1, il ministro ha precisato che 51 associazioni “saranno oggetto di un certo numero di visite da parte dei servizi dello Stato”. “Tra queste, diverse verranno sciolte in consiglio dei ministri”.
Il ministro ha puntato il dito in particolare contro il CCIF, il Collettivo contro l’islamofobia in Francia e l’organizzazione Baraka City.
La Fatwa
Secondo Darmanin, il padre di una studentessa di Conflans Saint-Honorine e il militante islamista radicale Abdelhakim Sefrioui “hanno chiaramente lanciato una fatwa” contro il professor Samuel Paty, dopo che questi aveva mostrato in classe le caricature di Maometto. I due uomini fanno parte delle undici persone fermate nel quadro dell’inchiesta sull’attentato.
“Hanno chiaramente lanciato una fatwa contro il professore”, ha rimarcato dai microfoni di radio Europe 1. La fatwa, traducibile in “norma” o “consiglio“, è un termine usato per indicare una condanna a morte in contumacia.
Tunisia: al via indagine sul post di un deputato
Intanto, la questione arriva anche in Tunisia. Qui, il deputato Rached Khiari (indipendente, ex appartenente alla coalizione islamista Al Karama) aveva pubblicato (nei giorni seguenti la decapitazione) un post sui sui social media contro Samuel Paty.
“Recare offesa al profeta Maometto è uno dei crimini più gravi. Chi commette un atto del genere deve assumerne le conseguenze, sia che si tratti di uno Stato, di un gruppo o di un individuo”, aveva scritto Khiari.
Oggi, il sostituto procuratore della Repubblica e portavoce del Tribunale di primo grado di Tunisi, Mohsen Dali, ha annunciato che l’Ufficio del procuratore presso la Divisione giudiziaria per la lotta al terrorismo della capitale ha avviato un’indagine su Khiari.
Dali ha indicato che il post incriminato potrebbe essere classificato, legalmente, come un reato terroristico, secondo la legge tunisina contro il terrorismo. “Questo post potrebbe rappresentare una giustificazione di questo reato terroristico”, ha detto. Si attende per i prossimi i risultati dell’indagine. Intanto, il post è stato rimosso.