Terminata la partita a scacchi nella nuova maggioranza per i ministri e incassata la fiducia, il presidente del Consiglio stringe i tempi per la nomina dei sottosegretari. Dal vertice tra le delegazioni 5 stelle e Pd è attesa (il prima possibile) la lista dei nomi che andranno a completare la compagine governativa. Se oggi riceverà i nominativi dei sottosegretari, Giuseppe Conte intende farli giurare domani, in occasione del Consiglio dei ministri già convocato.
Il nodo delle deleghe
“Ai 5S ne andrebbero tra i 22 e i 23, al Pd tra i 17 e i 18, a Leu 1 o forse 2”, riferisce Repubblica -. Fonti parlamentari riferiscono della conferma di Vittorio Ferraresi alla Giustizia e di Luca Carabetta al Mise. Tra le probabili riconferme anche quella di Stefano Buffagni e di Laura Castelli. Mentre l'ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, potrebbe ottenere il ruolo di sottosegretario agli Interni. La delega ai Servizi potrebbe andare allo stesso presidente del Consiglio Conte. Tra i dem dati come “sicuri”: Antonio Misiani all'Economia, Marina Sereni agli Interni”. Movimento Cinque Stelle, Partito democratico e Leu sono impegnati nelle ultime trattative per stilare la lista di sottosegretari e vice-ministri.
Le caselle ancora da definire
L'obiettivo, per il premier Giuseppe Conte, è fare “il prima possibile”, per permettere all’esecutivo di “governare”: solo dopo aver completato la squadra con i 42 sottosegretari si potrà andare a regime. “Tutte le commissioni del M5S hanno concluso il lavoro per l'indicazione dei nomi dei sottosegretari – evidenzia Repubblica – E ora i capigruppo del partito di maggioranza porteranno le loro proposte al capo politico, Luigi Di Maio. Nel Pd alcune caselle sono definite ma la squadra è ancora soggetta a modifiche”.
Il confronto tra le correnti Pd
Spirito unitario ed equilibrio territoriale, sono i criteri del Nazareno. Ma la discussione è accesa anche all'interno delle singole correnti: i nomi renziani, per dire, non sono ancora definiti. “Dario Franceschini, che ha anche avuto un colloquio con Matteo Renzi, punterebbe a una stretta sulla lista – sottolinea Repubblica-. Al Pd dovrebbe andare la delega all'editoria e probabilmente anche quella agli enti locali, compresa quella su Roma Capitale”. Sui sottosegretari, sottolinea Il Corriere della Sera, è guerra nei 5 stelle tra risse verbali e autopromozioni: “Il metodo della 'rosa' dei nomi individuato da Di Maio scatena il caos nel movimento”.