Rifarei tutto quello che ho fatto”. E' un esordio deciso quello del leader leghista Matteo Salvini che, al termine della relazione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel quale non sono state risparmiate critiche anche pesanti nei confronti del suo operato, come ministro e come capo partito, risponde per le rime: “Mi ha chiamato pericoloso, inefficiente: per questi insulti bastava il Saviano di turno, non serviva il presidente del Consiglio”. E non risparmia critiche agli ex co-firmatari del contratto di governo del Movimento 5 stelle: “Se preferivano stare con il Partito democratico e togliersi di mezzo la Lega bastava dirlo”. Attacca poi i pentastellati sfidandoli a fare un governo con Renzi e Boschi: “Per non votare a ottobre ci sono parlamentari che appoggerebbero pure il governo della Fata Turchina“. Rivendica poi “metà dei meriti di quanto ha fatto il governo”, assumendosi parte delle responsabilità anche per quanto non si è fatto “perché chi lavora può capitare che sbagli”. L'Italia immaginata dalla Lega, ha spiegato, “non è legata allo zero-virgola… La libertà non sta nell'avere un buon padrone ma nessun padrone“.
Il discorso del ministro
E' fondamentale, spiega il ministro, “ascoltare i cittadini, raccogliere proposte, critiche, suggerimenti, altrimenti si rischia di parlare a se stessi. L'emergenza di questo Paese è che non nascono più bambini, per cui la Lega è pronta a sostenere una manovra economica se ha almeno 50 miliardi a bilancio per ridurre le tasse a famiglie, lavoratori e imprenditori”. E ha attaccato sulle norme europee che impongono all'Italia di rispettare “lo zero-virgola”, affermando che “da anni Francia e Germania se ne fregano delle regole europee”. Se questo governo si è interrotto, ha rincarato, “è perché c'erano dei 'signor no' che bloccavano tutto quanto. Se il ministero è un porto delle nebbie non si aiuta il Paese”. “Per mesi – ha proseguito rivolgendosi al premier – ho detto ai nostri di andare avanti perché ci credevo. La settimana scorsa, in questa Aula, le è stata portata la sfiducia dicendo no alla Tav”. Replica inoltre a Conte, che lo ha ripreso sull'utilizzo di simboli religiosi nei comizi, che “l'affidamento al Cuore Immacolato di Maria lo farò finché avrò vita”. Più volte interrotto dalle opposizioni, spiega in tono provocatorio: “Siamo gli unici presunti fascisti che vogliono il voto. La dittatura che vuole il voto del popolo italiano. Pensa te che roba incredibile”. E conclude dicendosi disponibile, assieme al suo partito, a completare le riforme prima di andare al voto: “Voi citate Saviano, noi San Giovanni Paolo II.., lui diceva e scriveva che la fiducia non si ottiene con la sole dichiarazioni o con la forza ma con gesti e fatti concreti se volete completare le riforme noi ci siamo. Se volete governare con Renzi auguri…”.