Un giorno quasi da star per Matteo Salvini, accolto come tale nell'annuale raduno della Lega a Pontida. Partecipazione ampia, come previsto. Anzi, molto ampia sul pratone nei pressi di Bergamo, dove il leader del Carroccio interviene in mattinata con un discorso che mette nel mirino il neo-costituito esecutivo giallorosso e invocando a più riprese un governo del popolo: “Vengo qui da 26 anni e una giornata così non l'ho mai vista, colonne enormi di auto, di pullman. Qualcuno immaginava una giornata triste, invece sarà una Pontida mai vista. Vogliamo un governo del popolo contro un governo del palazzo”. Ma circola anche tensione fra la folla di Pontida, dove fioccano gli insulti contro il giornalista Gad Lerner e non viene risparmiata un'aggressione a un giornalista di Repubblica, che cercava di raccogliere dichiarazioni per descrivere l'umore dei militanti e che ha invece ricevuto un pugno sulla telecamera da uno dei presenti.
La critica
Nelle sue parole, Salvini non risparmia una critica ai toni aspri utilizzati nella giornata di ieri dal deputato veneto Vito Comencini nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (del quale aveva parlato dicendo: “Mi fa schifo chi non tiene conto del voto del 34 per cento degli italiani”): “Possono essere sbagliati i toni, bisogna sempre portare rispetto. Sicuramente sono state fatte scelte che non corrispondono alla volontà popolare. Io però non uso l'insulto e propongo agli italiani un cambiamento”. Parole a cui fa seguito una nuova invocazione di un “governo alternativo” di stampo popolare: “Nei prossimi mesi ci sarà il governo del popolo che farà quello che non farà il governo del palazzo”.
Regionali e referendum
Dal palco di Pontida Salvini riprende il filo del discorso anti-governo fatto nell'Aula del Senato, facendo riferimento “alla disperazione dei 5 Stelle, che pur di non scomparire vanno col cappello in mano dal Pd chiedendo due posti: che triste fine per chi voleva la rivoluzione”. E insiste sul tema delle Regionali, già toccato a Palazzo Madama: “Si rassegnino perchè in Umbria c'è una voglia di cambiamento dopo 50 anni di sinistra e i trucchetti di palazzo non valgono nulla. Ognuno è artefice del suo destino. Lascio a loro la disperazione io mio tengo la nostra voglia di costruire”. E in merito all'incontro con Silvio Berlusconi, spiega: “Gli alleati del centrodestra sono d'accordo con un referendum sulla legge elettorale. Ne avevo parlato con entrambi. Io voglio che ogni italiano sappia per chi vota, senza che ci siano partitini che tengono in ostaggio il Paese”.