Ci sono due convitati di pietra alle consultazioni in corso per uscire dalla crisi di governo. Il ricorso all’esercizio provvisorio e l’aumento dell’Iva.
Gli interessi generali
Nella crisi di governo “occorre fare presto e bene”, avverte Confcommercio. Presto per disinnescare il rischio del ricorso all'esercizio provvisorio. Bene per disinnescare il rischio degli aumenti Iva e del loro contraccolpo sull'economia e sulla società italiana. “Il passaggio è stretto – afferma Confcommercio -.Ma confidiamo anzitutto nel Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e nel suo costante richiamo alla priorità degli interessi generali del nostro Paese“.
Esercizio provvisorio
“L’esercizio provvisorio del governo, come stabilito dall’articolo 81 della Costituzione, è un periodo transitorio in cui il Consiglio dei ministri resta in carica con poteri fortemente limitati – spiega Money.it -. In questo lasso di tempo, che può durare al massimo 4 mesi, il Governo può svolgere solamente funzioni di ordinaria amministrazione”. In altre parole, i poteri dell’esecutivo risultano notevolmente compressi, soprattutto in campo economico, con pesanti ripercussioni sull’Iva, sul prezzo della benzina e sulla credibilità nei confronti degli investitori.
Tempi stretti
La Legge di Bilancio deve essere presentata alle Camere entro il 20 ottobre e approvata entro il 31 dicembre 2019. L’esercizio provvisorio scatta quando il governo non firma la Legge di Bilancio. “Le restrizioni durante l’esercizio provvisorio del governo sono soprattutto economiche: infatti i margini di spesa del Consiglio dei Ministri vengono ponderati in tanti dodicesimi quanti sono i mesi di esercizio provvisorio che si rivelano necessari – precisa Money.it -. La spesa del 2019 viene divisa per dodici, il risultato di questa operazione sarà quanto il governo potrà spendere. E cioè il Consiglio dei Ministri può spendere solo lo stretto necessario, senza poter fare investimenti”.
Conseguenze pratiche
L’esercizio provvisorio del governo porta con sé pesanti ripercussioni sul piano economico e fiscale del Paese. In primo luogo la perdita di fiducia degli investitori, i quali sarebbero spaventati dalla instabilità. “L’esecutivo, inoltre, non potrebbe provvedere agli investimenti necessari ad attuate la manovra di Bilancio- precisa Money.it -. Si rischia anche la mancata sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, con il conseguente aumento delle aliquote Iva e delle accise sulla benzina”.
Gli effetti sul 2021
Le clausole di salvaguardia sono norme che prevedono la variazione automatica di specifiche voci di tasse e imposte con efficacia differita nel tempo rispetto al momento dell’entrata in vigore della legge che le contiene. “Il loro obiettivo è quello di garantire e salvaguardare il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, prevedendo incrementi di gettito – spiega Money.it -. Si tratta quindi di clausole volte a garantire maggiori entrate per lo Stato, necessarie per far “quadrare i conti” e per rispettare i parametri Ue in materia di deficit”. Essendo norme volte ad aumentare le entrate fiscali, e quindi a portare ad un incremento della pressione fiscale, fino ad oggi si è sempre cercato di disinnescarle, con sterilizzazioni volte a rinviarne gli effetti. “Mai un annullamento totale, ma soltanto una sospensione temporanea – precisa Money.it -. La legge di bilancio 2019 ha rafforzato la clausola Iva che, senza misure alternative, si attiverà nel 2020 e che dispiegherà i suoi effetti fino al 2021”.