Sono passate ventiquattro ore dalla giornata clou della crisi di Governo e cosƬ, a quattordici mesi dall'esecutivo che ha visto allearsi il Movimento 5 Stelle e il partito della Lega, di quel governo da molti ritenuto “improbabile” non restano cheĀ gli ultimi sussulti. Per adesso, al Colle si avvicendano i minuetti con le consultazioni aperte. Per farci strada nel cosiddetto “lessico della crisi”,Ā In Terris ha chiesto a Francesco Clementi, Docente di Diritto Pubblico Comparato presso l'UniversitĆ di Perugia, di fare chiarezza su ciĆ² che sta accadendo.
Professor Clementi, cosa ĆØ accaduto ieri?
“Ieri, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha rilasciato le sue comunicazioni in aula (il Senato, ndr). Le comunicazioni sono state molto chiare, perchĆ© si sono concluse con le dimissioni del presidente Conte dinanzi al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il governo dimissionario di Conte dāora in poi vede tutti i suoi ministri in carica esclusivamente dellāesercizio e del disbrigo degli affari concorrenti. Nella sostanza, ĆØ un governo con poteri sono estremamente ridotti e la cui capacitĆ di intervento si limita allāessenziale e allāurgente”.Ā
Che cosa sono le consultazioni convocate dal Presidente della Repubblica?
“Il capo dello Stato, SergioĀ Mattarella,Ā ieri ha preso atto della comunicazione del premier e ha convocato una prassi costituzionale ben nota nel nostro ordinamento, che sono le consultazioni. Il calendario delle consultazioni ĆØ stato definito a partire da oggi pomeriggio e si concluderĆ domani sera. Alla fine delle consultazioni, il capo dello Stato, direttamente o indirettamente ā vale a dire attraverso il Segretario generale della presidenza della Repubblica – farĆ sapere come si procederĆ . Lāimpressione ĆØ che vi sia una voglia del presidente Mattarella di accelerare il piĆ¹ possibile la soluzione ad una crisi: ogni giorno ĆØ importante per affrontare i temi di una recessione incipiente”.
Quante consultazioni ci saranno?
“Le consultazioni sono giĆ in corso ed ĆØ plausibile che vi sarĆ un solo giro di consultazioni, che termineranno domani sera. La procedura delle consultazioni ĆØ visionabile in diretta streaming sul sito del Quirinale. Ć tutto online sul sito della Presidenza ĆØ trasparente. A maggior ragione, va detto che il presidente della Repubblica ĆØ un uomo molto trasparente, soprattuto nel momento in cui qualcuno, in piena crisi di governo invoca la piazza. Lo dimostra con grande chiarezza il Quirinale che, in quanto 'casa degli Italiani', ĆØ il luogo della massima trasparenza”.
Per quanto tempo dureranno le consultazioni?
“Penso che in dieci giorni capiremo se avremo un nuovo governo politico o se avremo un altro governo destinato ad accompagnare il Paese al voto anticipato. Se sarĆ come in questāultimo caso, si andrĆ a votare dalla seconda metĆ di ottobre o a febbraio. Io vedo emergere un interesse importante delle istituzioni politiche alla costruzione di un governo di tipo politico che perĆ² sia fondato su una grande differenza con il governo Conte: una differenza anzitutto politica e programmatica, perchĆ© deve giustificare una nuova maggioranza diversa dalla precedente”.
Nel suo discorso finale in Senato, il presidente Conte ha criticato il ritiro della sfiducia presentata dalla Lega. PerchƩ?
“La mozione di sfiducia ĆØ un atto politicamente rilevante ed ĆØ la prima volta, nella storia della Repubblica italiana, che un partito al governo del Paese presenta una mozione di sfiducia contro il suo stesso governo. In questo gesto in sĆ© cāĆØ una profonda incoerenza, amplificata dal ritiro stesso della mozione. Vi sono una serie di elementi che suggeriscono che la scelta della mozione di sfiducia sia stata piĆ¹ tattica che strategica al punto tale che, nel giro di uno o due giorni, ĆØ stata creata e, appunto, ritirata. Ha fatto bene il presidente Conte a rimarcare ciĆ²”.
Salvini ha replicato che la mozione ĆØ stata ritirata in seguito alle dimissioni del premier. Ha ragione?
“La scelta delle dimissioni nasce come atto politico che tiene conto della crisi della maggioranza politica. Non si puĆ² far finta di vedere che, quando il vicepremier presenta una mozione di sfiducia contro il presidente del Consiglio dei Ministri, il presidente non puĆ² far altro che prendere atto e dimettersi. Nessuno fa harakiri e si dimette a prescindere”.
Dopo le discussioni di ieri,Ā ĆØ cambiata la percezione che si ha della Lega?
“Alcuni eminenti esponenti della Lega hanno espresso che la decisione di rompere con il governo lā8 agosto ĆØ stata in gran parte autonoma del ministro Salvini. In questo senso, ĆØ chiaro che, di fronte alla nascita di un nuovo governo e alla sua operativitĆ in concreto per il Paese, inevitabilmente vi sarĆ un reflusso elettorale nei confronti del Carroccio. Mi pare che giĆ sta emergendo una situazione che evidenzia questa consapevolezza. Non ĆØ mai accaduto nella storia repubblicana che si provocasse davvero una crisi di governo con l'intenzione di andare al governo lā8 agosto. Il fatto che essa sia avvenutaĀ nel periodo tecnicamente piĆ¹ fuori tempo massimo rispetto alla tradizione costituzionale italiana, dimostra probabilmente la sua imperizia nel gestire una fase politica particolarmente delicata, soprattutto dentro un contesto economico tendente sempre piĆ¹ verso la recessione”.
Conte ha piĆ¹ volte citato la scarsa cultura costituzionale di alcuni esponenti di governo. PerchĆ©?
“Il presidente Conte ha cercato di evidenziare come, nelle istituzioni, si sta in un certo modo e con uno stile precipuo. Nei manuali di diritto costituzionale, vedremmo che mai gli italiani sono stati chiamati a votare a ottobre e una ragione ĆØ perchĆ© questa scelta mette in difficoltĆ il Paese. In taluni casi, sarebbe necessario mettere da parte lāagone politico per il bene dellāItalia”.
Cosa ne pensa, del simbolismo religioso emerso ieri dagli interventi in aula?
“Sono contrario per due motivi. Da un lato che cāĆØ una scarsa sensibilitĆ per il divino, e quindi per la religione, perchĆ© nei fatti la religione viene usata, non praticata. Dāaltro canto, questāutilizzo della religione ci rende piĆ¹ simili a quei modelli democratici che fanno della religione uno strumento di governo popolare, non uno strumento che consente la crescita. La grande esperienza costituzionale italiana ci dice che il fenomeno religioso ĆØ un fenomeno che allarga gli spazi di libertĆ , non li riduce. Ma chi utilizza lo strumento religioso come mezzo di lotta politica, non soltanto dĆ un brutto segnale, ma si mostra anche in piena contraddizione con la nostra Costituzione. A tal proposito, c'ĆØ una vecchia battuta attribuita allo scrittore russoĀ Dostoevskij, che soleva dire: 'Dio si serve dei buoni, mentre i cattivi si servono di Dio'. Ieri ho avuto esattamente questa impressione”.