La questione dello status dei duchi del Sussex pare aver trovato un compimento. La vicenda che è stata al centro dell'attenzione mediatica in questi giorni sembra essere arrivata, grazie alla saggezza della regina, a una soluzione di onorevole compromesso. I duchi potranno iniziare in primavera la loro vita in Canada, stato che vede al suo vertice Elisabetta II in quanto storicamente parte del Commonwealth. Dovranno rimborsare ai contribuenti britannici i due milioni e quattrocentomila sterline messe a disposizione dall'erario per ristrutturare la loro residenza, Frogmore cottage, dimora che sorge ad un chilometro dal castello di Windsor, nella cui cappella i due si sposarono meno di due anni fa.
Il cottage sarà comunque la loro casa nei periodi in cui la coppia sarà in Inghilterra. Il principe Harry sarà privato dei suoi gradi militari, entrambi non saranno più rappresentanti della regina in nessuna occasione ufficiale ed è discusso se Meghan Markle manterrà la cittadinanza britannica, cosa che appare comunque logica essendo sposata con un inglese. Le vere questioni interessanti però sono due: Meghan e Harry resteranno duchi del Sussex, ma perderanno i titoli di altezze reali, o per meglio dire – e qui sta la vera novità – i titoli di altezze reali saranno “congelati”.
È opportuno svolgere una breve digressione: quando nel 1996 Diana Spencer, madre di Harry, divorziò dal marito ed erede al trono Carlo, perse tout court il titolo di altezza reale; in questo caso, invece, i due giovani non potranno fregiarsi del blasone di altezze reali della famiglia Windsor, ma ove in futuro decidessero di ritornare sui loro passi riacquisirebbero il titolo ed i relativi vantaggi, ivi incluso l'appannaggio reale di oltre due milioni di sterline che con la loro scelta perderanno. Questa soluzione pensata dalla sovrana ne evidenzia una volta di più l'intelligente prudenza, in quanto essa consente al nipote e alla consorte una “strategia di rientro” ove in un futuro se ne dovessero manifestare le condizioni. Anche per questo la sovrana nel suo comunicato ufficiale del 18 gennaio precisa che Harry, Meghan e il piccolo Archie “faranno sempre parte di questa famiglia che li ama molto”.
L'altra questione che resta in sospeso è quella della sicurezza, non è noto al momento chi assicurerà la scorta ai duchi di Sussex e se ne avranno una. Sembrano smentite le voci di un contatto diretto tra la sovrana e il primo ministro canadese Trudeau in merito a questo aspetto; esso potrebbe apparire marginale ed è invece di primaria importanza. Se ci si vuole richiamare al precedente di lady Diana ancora una volta, ella non beneficiava di alcun servizio di protezione da parte di Buckingham Palace, ma il richiamarsi a questo precedente non risolve il problema. Diana con il divorzio aveva interrotto i rapporti con la famiglia reale, qui invece si tratta di titoli “sospesi” o, se si vuole, “congelati”. È questo che rende il caso senza precedenti e perciò meritevole di interesse, anche perché Harry, a differenza di sua madre, non potrà mai interrompere in toto i rapporti con la casa reale in quanto resterà sempre nipote diretto della regina e figlio dell'erede al trono Carlo.
Un'altra questione si pone senz'altro dal punto di vista protocollare: quale posto sarà assegnato a Harry e Meghan qualora in questo periodo di congelamento decidessero di partecipare a cerimonie reali? Essi non sono dei semplici duchi, come ve ne sono diversi nel Regno Unito, ma non sono neanche più altezze reali e ove decidessero di recarsi all'estero, le autorità del paese visitato sarebbero tenute a tributargli accoglienza formale? A parere di chi scrive indubbiamente no. Può essere discusso, ma anche in questo caso la risposta dovrebbe essere negativa, nel caso in cui debba essere coinvolta l’ambasciata britannica di quel paese.
Insomma, ci troviamo davanti ad una vicenda ancora complessa che solo la prassi che si verrà innovando potrà dipanare.