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Autonomia, ancora nessun accordo tra Lega e M5s

Si conclude con l'ennesimo nulla di fatto il vertice di governo che avrebbe dovuto dare il via libera al provvedimento per l'istituzione dell'autonomia regionale differenziata. All'uscita dal consesso dell'esecutivo, la maggior parte degli uomini alla guida del Paese è scura in volto a causa del flop. Le posizioni delle due forze di governo non potrebbero essere più distanti. Dalla Lega fanno sapere: “Invece di andare avanti si torna indietro”. E ancora: “Inutile sedersi a un tavolo che non funziona, con persone che il giorno prima chiudono accordi e poi cambiano idea e fanno l'opposto”. Inevitabili ed altrettanto secche le repliche del Movimento 5 stelle: “Al vertice Autonomia oggi la Lega ha proposto di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro-Sud. Per il M5S è totalmente inaccettabile”. 

I protagonisti dell'appuntamento

Ci sono Conte, Salvini, Di Maio, Giorgetti, l’onnipresente Stefano Buffagni per i 5 stelle, e tutti i ministri competenti in materia, da Barbara Lezzi per il Sud a Erika Stefani, la madrina leghista della riforma. E poi ancora il titolare dei Beni culturali Alberto Bonisoli, quello dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. C’è anche la ministra della Salute Giulia Grillo. E ci sono anche i viceministri all’Economia Laura Castelli e Massimo Garavaglia. Praticamente tutto il governo. D'altronde non poteva essere diversamente data l'importanza della questione. Fin da subito, però, emergono le spaccature su scuola e gabbie salariali. È dal fronte leghista che emergono primi segni di inquietudine e insoddisfazione: “Il Movimento condanna il Sud all'arretratezza”. Con l'alleato che ribatte: “Questi messaggi della Lega sono una follia”. 

Le dichiarazioni dei big

Il primo a commentare è il vicepremier leghista Matteo Salvini: “Così non si va avanti, non è possibile. Prima si fa un passo avanti e poi si fanno due passi indietro. Prima avanziamo e ora vogliono bloccare tutto punto”. Ancora più tranchant la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani: “M5s nega il principio stesso dell'autonomia. EÈ nel contratto di governo, se qualcuno ha cambiato idea basta che lo dica e non si va ulteriormente avanti”. È il capo politico del Movimento 5 stelle che si prende l'incarico di rispondere alla controparte. “Per me l'autonomia non è il tema: il tavolo – ha dichiarato Luigi Di Maio – si è bloccato sulla regionalizzazione della scuola. Un bambino non sceglie in quale regione nascere”. 

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