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Papa: “Combattere la corruzione, anche nella Chiesa, perché è come una lebbra che uccide il Vangelo”

Il videomessaggio di saluto di Bergoglio ai partecipanti al seminario: "America Latina: Chiesa, Papa Francesco e scenari della pandemia"

“Bisogna combattere la corruzione, anche nella Chiesa, perché è come “una lebbra” che uccide il Vangelo”. Così Papa Francesco nel videomessaggio di saluto inviato ai partecipanti al seminario virtuale “America Latina: Chiesa, Papa Francesco e scenari della pandemia”, che si è tenuto ieri, giovedì 19, e che si concluderà oggi, venerdì 20, alle 18:00, su iniziativa della Pontificia Commissione per l’America Latina (Cal), della Pontificia Accademia delle scienze sociali (Pass) e del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam).

“E’ tempo che il tratto distintivo di quanti sono stati prescelti dai loro popoli per governarli sia messo al servizio del bene comune e non che il bene comune sia posto al servizio dei loro interessi”, ha detto, intervenendo anche sulla pandemia.

Pandemia

“La pandemia di Covid ha amplificato e messo in evidenza problemi e ingiustizie condizioni socio-economiche che già colpivano gravemente tutta l’America Latina e con maggior durezza i più poveri”.

“Di fronte alle disuguaglianze e discriminazioni, che aumentano il divario sociale, si sommano le condizioni difficili in cui si trovano i malati e tante famiglie che attraversano tempi incerti e soffrono situazioni di ingiustizia sociale. E questo è dimostrato verificando che non tutti dispongono delle risorse necessarie per attuare le misure minime di protezione contro il Covid-19: tetto sicuro dove rispettare le distanze sociali – denuncia il Papa ripreso dal Sir -: l’acqua, le risorse, gli impianti sanitari per sanificare e disinfettare gli ambienti, un lavoro stabile che garantisca l’accesso a risorse adeguate, per citare i più essenziali. Penso che dobbiamo registrare questo fatto, come fosse calcestruzzo. Non solo a livello di misure di protezione – come ho appena detto – ma anche come fatti che devono allarmare”.

Corruzione e vulnerabilità preesistenti

“La pandemia, insomma, ha reso ancora più visibili le nostre vulnerabilità preesistenti. Penso anche in questo momento ai fratelli e alle sorelle che, oltre alla sofferenza l’assalto della pandemia, vedono con tristezza che l’ecosistema intorno al loro ambiente è in serio pericolo a causa incendi boschivi che distruggono vaste aree come il Pantanal, l’Amazzonia, che sono il polmone dell’America Latina e del mondo”.

Per Francesco, “la pandemia ha rivelato il meglio e il peggio dei nostri popoli e il meglio e il peggio di ciascuna persona. Ora più che mai è necessario riacquistare consapevolezza della nostra comune appartenenza. Il virus ci ricorda che il modo migliore per prenderci cura di noi stessi è imparare a prenderci cura e proteggere coloro che abbiamo accanto: consapevolezza del vicinato, consapevolezza della città, consapevolezza della regione, consapevolezza della casa comune”.

I mali sociali e le 3 T

“Sappiamo che insieme alla pandemia di Covid-19, ci sono altri mali sociali: la mancanza di tetto, mancanza di terreno e mancanza di lavoro: le famose tre T [lavoro in spagnolo si dice trabajo, ndr] che richiedono una risposta generosa e un’attenzione immediata”.

“Questo chiede a tutti noi che abbiamo un ruolo di leadership di imparare l’arte di incontrare e di non favorire o avallare o utilizzare meccanismi che facciano della crisi grave uno strumento di carattere elettorale o sociale”, conclude il Papa: la profondità della crisi richiede una classe politica “capace di alzare lo sguardo e di orientare e orientare le legittime differenze nella ricerca di soluzioni praticabili per i nostri popoli”.

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