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Notte prima degli esami in pandemia

Il racconto di due bambine, l'esame e le emozioni. Ecco come il covid ha cambiato la percezione della realtà agli adolescenti

“É andata, ce l’ho fatta!” esulta entusiasta Laelia, una ragazza della scuola media San Giovanni Bosco di Marigliano (Na). “É stato molto emozionante, eravamo tutti davanti a un pc, ma l’agitazione era la stessa di quando l’esame si fa in presenza. Certo sarebbe stato bello vivere i momenti prima dell’esame tutti insieme nel cortile di scuola ed attendere che chiamassero il nostro nome ma non è stato così purtroppo. Il covid – continua Laelia – ci ha tolto tanto ma ha fortificato i rapporti umani, perché ci ha fatto riscoprire la bellezza dell’amicizia in tutte le sue sfaccettature. In certi casi ha anche rafforzato legami di amicizia che già esistevano da tanti anni”.

Il covid raccontato attraverso il disegno di una studentessa di terza media

Il racconto prima dell’esame

“Tante volte a noi ragazzi viene chiesto ‘Com’è la scuola? Ti sta simpatico quell’insegnante?’. Beh tutti conoscono le risposte. Non sempre i ragazzi rispondono positivamente eppure questa volta alla domanda ‘Ti manca la scuola?’ la risposta di tutti è stata si”. Sono le parole di Mariantonietta, un’alunna della scuola media Merliano-Tansillo di Nola (Na), che a pochi giorni dell’esame di stato ha raccontato ad Interris.it le sue emozioni. La testimonianza di Mary, come si fa chiamare da amici e parenti, è il racconto di una parte d’Italia che ha sofferto tanto questo periodo di lockdown. I ragazzi delle scuole medie, adolescenti, con i loro momenti fatti di alti e bassi hanno perso un importante periodo della loro vita, formativo per la loro crescita personale. “Quello che ho notato in questo periodo è che la scuola è davvero mancata a tutti. In questo periodo è mancato tutto, gli affetti, i confronti con gli insegnanti, gli amici. Inoltre per me che frequento anche la pallavolo e gli scout ho sentito maggiormente l’assenza di queste altre due importanti componenti della mia vita”.

Cosa ti ha fatto capire questo periodo di quarantena?
“Ho imparato ad apprezzare ancora di più la vita. Mi sono accorta di quanto la superficialità normalmente non ci fa rendere conto delle bellezze di cui siamo circondati. Prima pensavamo di essere sempre soli quando in realtà eravamo circondati da tante persone. In questi mesi ciò che più mi è mancato è proprio questo, il tempo trascorso con i miei amici e poterli abbracciare. Sentirsi tramite un telefono o vedersi solo attraverso uno schermo non è la stessa cosa, anche per le video lezioni non è come essere in classe. Stare in classe è bello, soprattutto in questo periodo di preparazione all’esame, sarebbe stato bello potersi confrontare in modo tradizionale e ‘senza problemi di connessione’. Tra l’altro credo di aver perso il periodo più bello dei miei tre anni, avremmo dovuto fare la gita di terza media che in qualche modo sarebbe stata un’esperienza importante per la nostra crescita”.

Tra pochi giorni hai l’esame di terza media, come ti stai preparando?
“É vero, ormai manca davvero poco e sono molto emozionata, tra l’altro sono una persona molto sensibile e tutte le sensazioni ed emozioni le vivo sempre a mille. Tutto sommato sono tranquilla, gli insegnanti si stanno dimostrando molto premurosi e sempre disponibili con noi ragazzi e nonostante le mille difficoltà che anche loro hanno cercato di superare, sono riusciti ad essere sempre presenti, abituandosi ad una tecnologia che forse prima neanche conoscevano così bene”.

L’anno prossimo comincia un nuovo percorso per te, il liceo. Come ti senti? “Anche questo sarà un passaggio importante. L’anno prossimo per me e per tutti i ragazzi che cominciano il liceo inizierà un nuovo percorso, e spero che la fase più grave dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 sia passata, perché vorrei conoscere di persona i miei amici per poter instaurare da subito delle belle amicizie. In fondo dovremo trascorrere insieme cinque anni della nostra vita ed è importante che si torni alla normalità per poter vivere al meglio tutto ciò che ci aspetta”.

Sei una scout, come hai vissuto il tuo rapporto con l’associazionismo cattolico e con la fede in questo periodo?
“Anche con gli scout ci siamo divertiti tanto seppur a distanza. I miei capi hanno pensato mille modi per rimanere in contatto, pur di non mollarci e non perderci di vista. Tra l’altro proprio in questo periodo avremmo dovuto fare un campo molto importante e per sopperire a questa mancanza abbiamo deciso di sviluppare la nostra fantasia in casa. Il momento più emozionante lo abbiamo vissuto durante la Settimana Santa, quando hanno organizzato una bellissima via crucis tramite delle foto che venivano inviate su WhatsApp e ad ogni stazione ci veniva posta una domanda. É stato un modo per riflettere e per pregare insieme confrontandoci”.

Cos’ha rappresentato per te il Covid-19?
“Non è una domanda facile. La stessa domanda ci è stata posta dal nostro professore di arte che ci ha chiesto di rappresentare le nostre emozioni attraverso un disegno dal titolo ‘La pandemia nel mondo’. Io ho deciso di raffigurare i momenti principali di questa pandemia. Così ho rappresantato le persone fuori i balconi che cantavano per rincuorarsi gli uni gli altri, ripetendosi che tutto sarebbe andato per il meglio. Non ho tralasciato l’ambulanza, perché purtroppo ne abbiamo viste sfrecciare tante per le strade delle nostre città. La cosa più particolare sono gli animali sulle strisce pedonali, un cervo, un’oca e una scimmia: con questi ho voluto raccontare che la natura in questo periodo si è riappropriata della sua terra, è rifiorita, mostrandosi in tutta la sua bellezza. Il cielo è stato quasi sempre di un azzurro nitido, le fabbriche erano chiuse e non c’erano gas nell’aria, le acque dei mari e dei fiumi erano più limpide, perché per due mesi non ci sono stati gli sversamenti di rifiuti, episodi molto spiacevoli che si sono ripresentati con la riapertura della fabbriche. La natura è preziosa e non va contaminata, soprattutto per noi più piccoli”.

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