Alexey Navalny non ha dubbi: ci sarebbe la mano occulta del presidente russo Vladimir Putin dietro al sui avvelenamento. L’oppositore russo ha puntato il dito contro il presidente in un’intervista rilasciata alla rivista tedesca Der Spiegel.
L’avvelenamento
Il leader dell’opposizione russa era stato dimesso lo scorso 23 settembre dall’ospedale la Charité di Berlino, dove era stato ricoverato dopo il presunto avvelenamento avvenuto a Tomsk.
Secondo i medici, una completa guarigione era “possibile”. “Non senti dolore, ma sai che stai morendo”, ha raccontato Navalny parlando del momento in cui il veleno ha iniziato a fare effetto.
Navalny “Io affermo che c’è Putin dietro questo crimine, non ho altre versioni di quel che è successo”, dichiara Navalny, secondo un estratto dell’intervista che è stata pubblicata integralmente oggi, 1 ottobre.
Ha poi concluso assicurando che intende tornare in Russia. “Il mio compito è ora restare senza paura. E io non ho paura”.
Novichock
In un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, avvenuto il 14 settembre scorso, il presidente russo Vladimir Putin aveva sollevato l’ipotesi che Alexei Navalny “potesse aver ingerito il veleno da solo“, per motivi non precisati, e che il Novichock – l’agente nervino usato per avvelenarlo – fosse una “sostanza meno complessa di quanto si potesse credere”.
Armenia e Bielorussia
Putin e Macron si sono sentiti al telefono anche nelle scorse ore. Hanno fatto un appello congiunto per il cessate il fuoco al confine tra Armenia e Azerbaigian. Hanno inoltre parlato della crisi in Bielorussia, ma non ci sono stati richiami a quello che ormai è stato definito “l’affaire Navalny“.