Con il passare del tempo e degli anni la nostra società è cambiata ed è anche cambiato il modo di fare musica. Una volta per fare musica si usavano – anche se la cosa può sembrare ovvia – gli strumenti musicali. Oggi invece la musica viene composta attraverso i computer. Comunque sia, la musica è sempre stata considerata una delle gioie della vita, legata alla creatività, all’estro, alla riflessione ed anche allo svago ed al divertimento.
Insomma la musica è certamente legata ai nostri momenti del giorno, a quelli belli ed a quelli meno belli, ed è una nostra potente alleata in ogni stagione della vita. Ecco perché è impossibile pensare ad un mondo senza musica. Se dovesse mai succedere credo proprio che impazzirei o comunque non riuscirei a riconoscere il mondo in cui mi trovo a vivere.
Perché faccio queste riflessioni? Semplicemente perché tra le drammatiche notizie che arrivano in questi giorni dall’Afghanistan c’è anche quella secondo la quale i talebani avrebbero vietato l’ascolto della musica perché contraria alla religione. E’ una notizia che mi ha lasciato senza fiato e che porta indietro di venticinque anni le lancette della storia: proprio tra il 1996 ed il 2001, infatti, i talebani controllavano il Paese ed anche in quella occasione vietarono l’esecuzione pubblica della musica.
L’annuncio del portavoce talebano, lo ripeto, lascia sgomenti e preoccupati. Negli anni Novanta, infatti, i talebani vietarono anche la televisione ed il cinema. Ed infrangere questo divieto esponeva a conseguenze molto gravi. “Chi fermerà la musica?” si chiedeva qualche anno fa un noto complesso musicale italiano. La speranza è che non ci riescano nemmeno i talebani.