La musica sacra ha perso uno dei suoi protagonisti. E' morto a Rho il 13 marzo dopo una lunga malattia il cantautore Roberto Bignoli. Ricoverato da più di due mesi in ospedale, era entrato in coma lunedì scorso in seguito a un aggravamento. Aveva 62 anni.
A darne la notizia, la moglie Paola Maschio con un messaggio su Facebook: “In questi ultimi difficili giorni – ha scritto la donna – abbiamo riscoperto l'amore di Dio e della Madonna e la forza della preghiera“.
5 Unity Awards
Con lui se n'è andato un protagonista della musica cristiana: in trent'anni di lavoro, aveva vinto cinque Unity Awards, i premi internazionali dell'United Catholic Music and Video Association dedicati alla musica sacra. Tra le sue canzoni più note ricordiamo Non temere e Totus Tuus cantate davanti a Giovanni Paolo II, Blues cielo blu, Ti voglio seguire e Ballata per Maria.
Gioventù bruciata
Bignoli era nato a Novara nel 1956. La sua – si legge su Avvenire – è stata un'esistenza segnata dal dolore e dalla speranza: colpito a un anno dalla poliomelite e cresciuto in un collegio “Don Gnocchi,” Bignoli, appena diciottenne passa attraverso esperienze “estreme” che lo portano ai margini della società e persino in carcere. Ma nel 1984, a 28 anni, l'incontro con Dio che gli cambia la vita seguito da un viaggio a Medjugorie che lo fortifica nello scegliere la via del bene.
De' Andrè
“Io mi sono formato sul genere cantautoriale degli anni '70 e '80 – raccontava – il mio punto di riferimento è sempre stato Fabrizio de' Andrè. Ma mi hanno influenzato anche Brel e Brassens, Jimmy Hendrix, Deep Purple e Bruce Springsteen. Il bagaglio musicale è rimasto ma è cambiato il modo di guardare la realtà e quindi di raccontarla: canto la mia storia di cristiano“.