Si sta decidendo in queste ore l’incarico forse più ambito della musica: il direttore dei Berliner Philharmoniker, una delle più prestigiose orchestre sinfoniche del mondo. I 124 musicisti della gloriosa orchestra tedesca si riuniscono in gran segreto per eleggere il successore di Simon Rattle. Possono essere eletti, almeno in teoria, tutti i direttori d’orchestra viventi: sono molti quelli che ci sperano, molti altri invece, per evitare delusioni, si sono detti indisponibili. La rosa di nomi dunque si restringe a pochi ma, come fu per Abbado e Rattle, non si escludono sorprese. In passato è accaduto che il direttore venisse eletto “per acclamazione di popolo”, sull’onda del successo degli ultimi concerti. Ma la filarmonica si trova di fronte ad un grande quesito: proseguire sulla strada innovativa di Abbado e Rattle, o riallacciarsi alla grande tradizione, al famoso “suono tedesco”, che fu di Karajan e che sembra oggi smarrito.
Nella lista dei giovani che proietterebbero l’orchestra nell’orbita moderna del XXI secolo troviamo il venezuelano Gustavo Dudamel, di 34 anni, il canadese Yannick Nezet-Seguin, che di anni ne ha 40 e il più quotato tra i giovani, il lettone Andris Nelsons, che di anni ne ha 36. Dall’altra parte troviamo Christian Thielemann, di 56 anni, ex assistente di Karajan e campione delle virtù germaniche, il migliore direttore tedesco vivente; tra i papabili ci sono anche i grandi direttori d’orchestra, come Daniel Barenboim o Riccardo Muti.
L’elezione del direttore ricorda, in parte, il conclave della Sistina: i 124 musicisti, con l’obbligo del silenzio, si riuniscono per votare in un luogo segreto senza cellulari. Nella prima elezione ognuno può fare un nome; si passa poi alla stesura di una “short list” e si procede a votare fino al raggiungimento di una chiara maggioranza. La tanto attesa “fumata bianca” si attende già nelle prime ore di questa sera.