Un grande successo a Bari il BAMfestival, acronimo di “Black american music”, che per tre giorni ha portato nella capoluogo della regione Puglia alcuni tra gli artisti più importanti della scena newyorkese come Gary Bartz, Nicholas Payton, Johnny O’Neal, Saul Rubin Zebtet, Orrin Evans e Fabio Morgera. Il festival si è svolto, dal 16 al 18 aprile, all’Auditorium Showville di Bari, mentre le sedi del Bohèmien Jazz Cafè e la scuola di musica “Il Pentagramma” hanno accolto rispettivamente le jam session notturne e le Masterclass degli artisti partecipanti al festival.
Il BAMfestival è nato da un’idea dello scrittore e critico musicale Nicola Gaeta, autore di “BAM, Il jazz oggi a New York”, in collaborazione con il trombettista Fabio Morgera, insieme hanno curato anche la direzione artistica. Il progetto parte dall’idea innovativa di divulgare in Europa il concetto di BAM, un universo in cui il jazz ha un ruolo fondamentale ma non esclusivo, in esso infatti convergono tutte le altre forme di musica nera che col jazz viaggiano insieme da sempre come il soul, l’hip-hop e l’elettronica afroamericana. Ne è convinto il fondatore di BAM, Nicholas Payton, il trombettista di New Orleans che nel corso del festival ha rilasciato molte interviste descrivendo nei dettagli la nascita del movimento a New York nel 2012. Insieme a Payton spesso c’erano anche Gary Bartz, il gigante della musica afroamericana, e il pianista Orrin Evans.Payton ricorda che “siamo stati portati in America come schiavi, senza alcun mezzo per opporci ai bianchi e rivendicare i nostri diritti: non potevamo parlare”. Allora, aggiunge, “lo abbiamo fatto col blues a Camdem square, l’unico posto in America dove gli schiavi potevano praticare la loro arte”. “Questa musica è una forma per ricollegarci al nostro passato, ai nostri antenati”