Oggi la principale piaga da cui difendersi su internet quando si cercano informazioni e notizie sono le fake news o, in italiano, le cosiddette “bufale”. Si tratta di sistemi che cercano di imbrogliare gli algoritmi dei motori di ricerca per apparire più in alto nei risultati, utilizzando testo nascosto o altre tecniche ingannevoli, divulgando così informazioni di scarsa qualità, offensive o completamente false.
I dati del prospetto
Tramite un prospetto dettagliato, Google – il più utilizzato motore di ricerca al mondo, proprietà dell’omonima azienda statunitense – ha reso noti i numerosi progressi messi in atto per migliorare la qualità dei risultati e combattere così la pratica delle fake news.
In uno scenario come quello attuale dove vengono pubblicate online decine di migliaia di pagine ogni minuto, nella sua ultima ricerca Google ha rilevato che lo 0,25% del traffico giornaliero restituisce risultati ingannevoli.
I nuovi criteri di valutazione
L’azienda di Mountain View ha dunque apportato alcuni cambiamenti strutturali al search ranking (il sistema di posizionamento nel motore di ricerca): ai precedenti fattori che determinano il posizionamento dei siti, sono stati integrati nuovi criteri di valutazione che aiuteranno a far emergere le pagine più autorevoli e far retrocedere contenuti di scarsa qualità.
Il feedback diretto
Inoltre, il colosso californiano ha anche adottato strumenti di feedback diretto con l’utente che aiuteranno a contrastare il fenomeno. Nello specifico, verrà introdotto un sistema di valutazione rivolto direttamente agli utenti, accessibile attraverso la classica schermata di ricerca, in cui si potrà lasciare il proprio feedback in merito ai risultati ottenuti quando si utilizzano le funzionalità di Completamento Automatico.
Evitando, si spera, l’imbarazzante incidente dello scorso dicembre quando, digitando la frase “E’ accaduto l’Olocausto”, come primo risultato appariva “I 10 motivi per cui l’Olocausto non è avvenuto”! Più Fake news di così…