E’ uscito da qualche giorno “Romantica”, album che vede l’esordio dell’attore Giorgio Tirabassi in veste di musicista e interprete. E il suo è un viaggio nel tempo alla riscoperta di un patrimonio senza tempo: 14 brani più una bonus track per raccontare la tradizione popolare della canzone romana trasportati in un universo sonoro elegante e ricercato che spazia dal jazz, al manouche, passando per il tango, la bossanova e la milonga. L’album, già in pre-order su iTunes dal 21 dicembre e prodotto da Giuseppe Vadalà per l’etichetta Nuccia, vede la partecipazione straordinaria di Carlotta Proietti ai cori e in duetto con Tirabassi in “Stornello dell’estate”, – oltre che di Moreno Viglione alle chitarre e Sergio Vitale al flicorno – e vanta agli strumenti una formazione di assoluto rilievo nel mondo del jazz: Luca Chiaraluce (chitarra), Massimo Fedeli (fisarmonica), Daniele Ercoli (contrabasso, bombardino, flauto, voce) e Giovanni Lo Cascio (batteria). Il disco è anticipato dal primo singolo “Tango romano”, storico brano di Ettore Petrolini. Il video, diretto da Alessandro Minati, allievo della Scuola Nazionale di Cinema, è un’ironica soggettiva di un citofono che vede avvicendarsi ragazzi e ragazze in cerca dei loro amati, con l’attore romano a fare da contraltare a questa serenata in forma di tango, fra chitarra e bombardino.
“Romantica”, un gioco di parole che contiene già nel titolo tutte le sue intenzioni, nasce dal desiderio di Tirabassi – attualmente impegnato nelle riprese della seconda serie di “Squadra Mobile” – di portare alla luce una parte ancora nascosta del repertorio romanesco antico, che è ricco di serenate e drammi popolari di amore, di dolore e di malavita: “Fior de verbena, ar monno nun c’è rosa senza spina ne’ core innamorato che nun pena” come recita uno degli stornelli. “La scelta di Giorgio Tirabassi – osserva Marcello Teodonio, titolare della cattedra di Letteratura romanesca all’Universita di Roma Tor Vergata – è una selezione oculata e accurata di canzoni romane (con una scappata “fuori porta”, com’è d’obbligo nelle migliori tradizioni, in terra di Ciociaria, con Arziti bella) garbate, melodicamente accattivanti, curate nella modulazione della voce e nell’accompagnamento, classiche insomma perché al tempo stesso romantiche (e cioè drammatiche e liriche al tempo stesso) e antiche (giacche’ anche le poche che sceglie del repertorio moderno sono diventate dei classici), a combattere e respingere lo stereotipo del romano attaccabrighe e vistoso, incline alla battutaccia sguaiata e alla parolaccia. Giacché il romano invece, il romano di Tirabassi, sta tutto qui: ‘T’ho da parlà, pe ditte tante cose'”. L’album è un primo punto di arrivo di un percorso che ha portato Tirabassi e il suo ensemble jazz, negli anni precedenti, a suonare questo repertorio dal vivo in diversi club e locali della capitale. Prima che inizi il tour in Italia, l’occasione per ascoltare alcuni di questi brani – “Stornelli di malavita”, “Tango romano”, “Il castello” e “Le stelle…”, eseguiti però in trio – sarà il ritorno di Tirabassi a teatro con “Coatto Unico senza intervallo”. Lo spettacolo, che torna in scena dal 19 gennaio alla Sala Umberto di Roma, da’ voce ai personaggi di periferia, vera anima popolare della Città Eterna.