B. B. King, morto a Las Vegas il 15 maggio all’età di 89 anni, sarebbe stato avvelenato. E’ quanto sostengono due delle figlie della leggenda del blues, Karen Williams e Patty King, che dirigono i loro sospetti contro due stretti collaboratori del musicista: il business manager, LaVerne Toney, e l’assistente personale Myron Johnson.
“Gli sono stati somministrati dei farmaci per condurlo ad una morte prematura – sostengono le due figlie – chiediamo un’inchiesta su questa vicenda”. Le due donne hanno presentato due dichiarazioni separate, specificando che ai membri della famiglia erano state proibite le visite e che alla morte dell’uomo hanno assistito solo il suo manager e il suo agente. Toney è stato nominato nel testamento di King esecutore di beni, che secondo alcuni documenti ufficiali in possesso di alcuni eredi potrebbe valere decine di milioni di dollari.
Ma dagli esami preliminari che il Medico legale del Nevada ha effettuato sul cadavere del musicista non risultano tracce di veleno. Inoltre la polizia di Las Vegas ha dichiarato che non c’è alcuna indagine in atto per omicidio sulla morte della leggenda del blues. Comunque le autorità hanno disposto che venga eseguita un’autopsia sul cadavere dell’uomo, i cui risultati saranno però disponibili tra circa otto settimane. Tre medici hanno verificato che il musicista ha ricevuto cure appropriate 24 ore al giorno e che e’ stato monitorato da specialisti “fino a che non e’ deceduto tranquillamente nel sonno”, ha riferito il suo avvocato, Brent Bryson.